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Misurare l’ambiente. Così la crescita economica spinge anche i rifiuti delle imprese

where Milano when Lun, 08/04/2024 who roberto

Secondo i dati Ispra e Movimprese, la produzione di rifiuti speciali non pericolosi tra 2014 e 2021 è aumentata del 24%. Un’analisi di Interzero

I rifiuti industriali sono uno rifiutiindustriali.jpgdei termometri più accurati per leggere l’andamento dell’attività produttiva e tra il 2014 e il 2021 i rifiuti speciali non pericolosi prodotti dalle aziende in Italia sono aumentati del 28% superando 154 milioni di tonnellate, un incremento trainato dalla Basilicata dove sono quasi raddoppiati (+95,1%), dal Molise (+87%) e dalla Sicilia (+83%). Secondo i dati Ispra e Movimprese Unioncamere, le uniche regioni in cui si è registrato un calo sono la Toscana (-0,5%) e la Valle d'Aosta (-25,9%). Si tratta dei rifiuti non pericolosi, cioè soprattutto materiali inerti come i calcinacci delle demolizioni, le terre di scavi e sbancamenti, gli sfridi di tessuti e così via. I rifiuti speciali pericolosi hanno un regime differente. Dai dati di Ispra e Movimprese Unioncamere, un’azienda milanese di consulenza ambientale, Interzero Italia, ha sviluppato un’analisi accurata per capire come la lettura degli andamenti ambientali possa interpretare anche la produzione industriale e l’andamento dell’economia. I dati ovviamente risentono anche della maggiore efficienza nei cicli produttivi.
 
Regioni a confronto
In Liguria ed Emilia-Romagna l'incremento è stato più contenuto che altrove (13-14%). Il Trentino-Alto Adige guida la classifica delle regioni con la maggior quantità di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in media per ogni impresa attiva (oltre 50 tonnellate per azienda) seguita dal Friuli-Venezia Giulia (48 tonnellate per impresa) e dalla Basilicata (43). Al contrario in Molise (19,5 tonnellate per impresa), Sardegna (19,3%), Campania (17,1) e Calabria (11,7) le aziende producono meno rifiuti che nel resto del Paese. La media italiana si attesta a 30,2 tonnellate di rifiuti per azienda, la Lombardia tocca quota 41,8 tonnellate, mentre Veneto, Emilia-Romagna, Puglia e Piemonte sono più vicini alla media nazionale collocandosi fra le 30 e le 39 tonnellate per organizzazione. La Toscana si ferma a 27.
 
Calcinacci in quantità
In Italia la grande maggioranza di rifiuti speciali non pericolosi deriva dal settore delle costruzioni e demolizioni: 50,8% nel 2021 pari a 78,3 milioni di tonnellate prodotte per oltre il 58% nel Nord Italia e soprattutto in Lombardia. Al secondo posto ci sono le attività di trattamento di rifiuti e di risanamento (23,6% e 39,6 milioni di tonnellate), che comprende il conferimento in discarica. Qui si vede come l'incidenza percentuale sul totale dei rifiuti prodotta è più alta nel Sud Italia (32%) più bassa al Nord (21%) segno che la discarica viene utilizzata di più nel Mezzogiorno. Al terzo posto c'è l'industria metallurgica con oltre 7,3 milioni di tonnellate prodotte per il 65% nel Nord Italia, soprattutto terre di fonderia, loppe e sfridi. Seguono poi le attività manifatturiere con 7,1 milioni di rifiuti speciali non pericolosi.
 
Poca energia
Solo 1,73 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi prodotti ogni anno dalle imprese italiane si trasformano in combustibili o altri mezzi per produrre energia, appena l'1% delle oltre 154 milioni di tonnellate in totale. I rifiuti vengono trasformati in energia soprattutto in Lombardia (518mila tonnellate), Emilia-Romagna (261mila) e Veneto (229 mila). Destinazione differente e meno sostenibile, invece, per quasi 9 milioni di tonnellate di rifiuti che ogni anno vengono destinati alla discarica, soprattutto in Lombardia (oltre 2 milioni), Veneto e Toscana (entrambe oltre 1 milione).
 
Il commento
"La gestione dei rifiuti speciali - ha commentato Mario Bagna, amministratore delegato di Interzero Italia  - è una delle maggiori sfide globali e va affrontata guidando il processo di transizione ecologica. Oggi è fondamentale adottare un approccio circolare dove ogni rifiuto può essere una risorsa per generare nuove opportunità economiche e promuovere l'innovazione".
 
Il rapporto Ispra sui rifiuti speciali https://www.isprambiente.gov.it/it/i...

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