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Irex index ancora in calo a febbraio tra incertezze dell’economia e attesa dei decreti

where Milano when Mer, 20/03/2024 who roberto

L’indice Irex, che misura l’andamento delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana, chiude in negativo per il secondo mese consecutivo, registrando un pesante -12,9%
di Alessandro Marangoni*

L’economia globale mostra irexindexfeb24.pngsegnali di miglioramento ma la persistenza dell’inflazione e il diverso andamento di Stati Uniti ed Europa pesa sulle aspettative di crescita, soprattutto per il prossimo anno. 

Lo scenario economico mondiale per il 2024 è stato rivisto al rialzo, secondo l’ultimo rapporto di Fitch. Ciò è dovuto ad una revisione positiva sulla crescita dell’economia americana, dove la politica fiscale ha supportato la domanda interna e sostenuto il PIL. Tale effetto però si esaurirà gradualmente, con conseguente rallentamento della crescita sul finire dell’anno. Parallelamente, l’Eurozona ristagna, rallentata dalla recessione della Germania che trascina inevitabilmente tutti gli altri Paesi ma che, contrariamente agli USA, dovrebbe accelerare nel 2025 e 2026 crescendo rispettivamente del 1,5% e 1,6% (fonte: Commissione Europea).
Le aspettative di crescita sono correlate alle tanto attese riduzioni dei tassi di interesse con un allentamento delle politiche monetarie restrittive in atto dal 2021.

Fitch stima tre tagli ai tassi nel 2024, sia per FED che BCE, con una riduzione totale di 75 punti base. Nonostante la progressiva riduzione dell’inflazione su entrambe le sponde dell’Atlantico, i livelli di alcuni comparti (in particolare, servizi e salari) rimangono tuttavia troppo elevati per essere compatibili con il target generale del 2%, oltre al fatto che gli alti costi di trasporto dovuti alla situazione internazionale rimangono un potenziale rischio di crescita inflattiva. Questo spiega la prudenza delle due Banche Centrali che, prima di iniziare il percorso di discesa, vogliono assicurarsi che la riduzione dell’inflazione sia qualcosa di duraturo.
L’Italia ha registrato segnali positivi nell’ultima parte del 2023, con una crescita del PIL superiore a quella della zona euro. Anche l’inflazione sembra scendere più rapidamente che negli altri Paesi, con il livello dei prezzi che a febbraio è risultato dello 0,9% (fonte: Istat). Tale valore è stato inferiore di 1,8 punti di quello della Germania (+2,7%), di 2 punti più basso rispetto alla Spagna (+2,9%) e di -2,2 punti rispetto alla Francia (+3,1%). Tuttavia, la fiducia delle imprese a febbraio ha subito un forte calo. Nel manifatturiero hanno pesato i giudizi sugli ordini e le attese di produzione accompagnati da un calo delle scorte di magazzino.

Le principali borse europee sono state quasi tutte positive con la sola eccezione dell’Ibex spagnolo che è in calo (-0,8%) per il secondo mese consecutivo. Milano registra la miglior performance con il FtseAllShare che chiude febbraio a +5,4%, seguita da Francoforte (+4,6%) e Parigi (+3,5%).
Non tiene il passo, invece, il settore energetico italiano che, dopo il calo di gennaio del 3,9%, ha chiuso lo scorso mese con un -0,1%. Continuano a crescere i mercati petroliferi: il Brent guadagna il 2,3% con una quotazione di $ 83,6 mentre il WTI chiude a quota $ 78,3 registrando un +3%.
Prosegue anche la discesa di gas ed elettricità: gli scambi al TTF olandese hanno chiuso il mese a 24,88 €/MWh, un calo del 16,2%, mentre il PUN è sceso rispetto a gennaio di 11,53€/MWh raggiungendo gli 87,63 €/MWh, il valore più basso da giugno 2021. Pesano sul mercato del gas (e di conseguenza anche sul termoelettrico) le temperature miti che hanno spinto i consumi di metano in febbraio ai minimi da almeno il 2018, secondo i dati provvisori di Snam. Il mercato al momento sembra ignorare le incertezze sugli arrivi di carichi di GNL dal Mar Rosso a seguito della crisi mediorientale.

L’indice Irex, che misura l’andamento delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana, chiude in negativo per il secondo mese consecutivo, registrando un pesante -12,9% (87,8). Le uniche aziende dell’indice in territorio positivo sono state EEMS (+9,1%) e Frendy Energy (0,5%) mentre le peggiori performance sono state Algowatt (-17,1%), Alerion (-13,7%) e Innovatec (-13,3%). Il mercato sembra aver accolto positivamente l’operazione di raggruppamento azionario di EEMS alla fine del mese. Tale azione, ricorda la società, “si inserisce nel contesto dell’operazione di aumento del capitale sociale” per la conversione del prestito obbligazionario che EEMS ha siglato con Negma a ottobre 2022. Leggermente positiva Frendy Energy che per il 2024 ha annunciato una distribuzione di dividendi dopo la mancanza nel 2023.
Penalizzata, invece, Algowatt che ha richiesto una proroga per il deposito di una richiesta di concordato preventivo o accordo di ristrutturazione del debito, il cui termine fissato dal Tribunale di Milano era il 4 marzo. Male anche Alerion, che ha continuato per tutto il mese la sua politica di acquisto di azioni proprie, e Innovatec che torna negativa dopo le eccellenti performance di gennaio a seguito dell’acquisto di Ecosavona, società operante nella gestione di rifiuti e nella produzione di energia elettrica da biogas.

Il 2024 si sta dunque rivelando un anno difficile per il comparto delle rinnovabili dopo che i recuperi di fine 2023 avevano fatto sperare in una ripresa. La congiuntura sfavorevole degli ultimi mesi dovuta alle incertezze nella supply chain della componentistica (che hanno portato ad un aumento dei costi dei beni e dei trasporti) si affianca alle incertezze normative e burocratiche che da tempo affliggono il settore e che non paiono in via di definizione, almeno nel breve periodo. Se da un lato è stata finalmente rilasciata una bozza del decreto FERX atteso da tempo, dall’altro lo schema proposto non sembra aver convinto pienamente il comparto. Inoltre, provvedimenti che avrebbero potenzialmente aiutato ad accelerare il processo autorizzativo, come il decreto Aree Idonee, sono ancora lontani dall’approvazione poiché, a detta dello stesso MASE, «è difficile trovare l’accordo tra tutti gli enti coinvolti». Tutte questioni che però dovranno trovare soluzione al più presto se si vogliono raggiungere (e superare) gli obiettivi indicati nel PNIEC.
 
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex

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