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Sistemi di accumulo, il 2023 è stato un anno record ma il settore è in frenata

where Milano when Mer, 17/04/2024 who roberto

Nel 2023 tutte le regioni hanno consolidato un segno positivo rispetto al 2022. In testa Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. I dati dell’osservatorio di Anie Confindustria 

Nel 2023 risultano installati energy-storage.jpgcomplessivamente 518.950 sistemi di accumulo (SdA), per una potenza complessiva di 3.367 MW e una capacità massima di 6.645 MWh. Sono i numeri principali dell’osservatorio Anie-Confindustria che ha tirato le somme del 2023 sullo storage elettrico in Italia. La crescita è risultata a velocità variabile: più sostenuta nel primo semestre dell’anno, con un picco del +301% nei primi tre mesi su base tendenziale; in rallentamento nel secondo semestre con un modesto +2% negli ultimi tre mesi dell’anno nel confronto con il medesimo periodo del 2022. La tecnologia più diffusa continua ad essere quella a base di litio (99% del totale). La quasi totalità (92%) dei SdA è di taglia inferiore ai 20 kWh con una netta prevalenza dei sistemi di capacità compresa tra 10 e 15 kWh (38%) e di quelli con capacità compresa tra 5 kWh e 10 kWh (35%). Il 99% dei SdA ha taglia di potenza inferiore ai 20 kW di cui la maggior parte ha una taglia inferiore ai 10 kW (91%).
La principale configurazione utilizzata per i SdA è quella “lato produzione in corrente continua”, che ricopre l’86% del totale, mentre quella “lato produzione in corrente alternata” e quella “lato post produzione” ricoprono rispettivamente il 5% ed il 9%. Il 99,9% dei SdA risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico, di cui il 99,3% di taglia residenziale. La durata media dei sistemi di accumulo elettrochimici di capacità superiore a 1 MWh è di 1 ora.
La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati (97.155 SdA per una potenza di 617 MW e una capacità di 1.210 MWh), seguita dal Veneto (68.605 SdA per 446 MW e 978 MWh) e dall’Emilia-Romagna (51.322 SdA per 327 MW e 620 MWh).
 
Installazioni
Le installazioni si attestano a 287.707 unità per una potenza di 2.022 MW e una capacità di 3.836 MWh. Analizzando la tipologia di configurazione, si conferma lo spostamento delle nuove installazioni verso quelle “lato produzione in corrente continua” rispetto ai periodi precedenti. Nel 2023 questa configurazione ricopre il 94% delle installazioni, mentre le configurazioni “lato produzione in corrente alternata” e “lato post produzione” contribuiscono ciascuna con un 3%. Tutte le Regioni hanno consolidato un segno positivo rispetto al 2022 relativamente al numero di installazioni, alla potenza e alla capacità installate. In particolare, il numero delle installazioni è cresciuto di oltre il 50% in tutte le Regioni ad esclusione della Valle d’Aosta che ha registrato performance inferiori rispetto alla media nazionale. Una curiosità: nel 2023 è entrato in esercizio il primo sistema di accumulo accoppiato a un impianto rinnovabile marino. Si segnala l’incremento degli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 1 MW che si stanno dotando di sistemi di accumulo: nel 2023 si registrano 17 installazioni (750% rispetto al 2022). In aumento nel 2023 rispetto al 2022 le installazioni di SdA di capacità superiore a 1 MWh (+75%). Si tratta di 11 installazioni, di cui 2 unità hanno ciascuna una capacità di 67 MWh con una durata di 2,5 ore.
 
Analisi di mercato
Nel 2023 frena il mercato dei sistemi di accumulo. Analizzando i diversi cluster, quello residenziale è il comparto che ha maggiormente contribuito al rallentamento del settore, a causa delle vicissitudini patite dal Superbonus, ma soprattutto dalla cessione del credito con il blocco delle installazioni rientranti nelle detrazioni con aliquota al 50%. ANIE rileva anche l’entrata in esercizio dell’accumulo utility scale stand alone (centralizzato) o abbinato ad impianti di generazione termoelettrica (cd. distribuito). In realtà, in base alle informazioni disponibili, dei 1.224 MW aggiudicati tramite le aste del capacity market solo 50 MW risulterebbero entrati in esercizio alla data dell’1 gennaio 2024; mentre dei 230 MW aggiudicati tramite lo strumento di fast reserve sono entrati in esercizio all’1 gennaio 2024 solo 104 MW . Attualmente, non si dispone delle informazioni sufficienti per formulare ipotesi riguardanti lo stato di avanzamento dei lavori con riferimento all’entrata in esercizio dei sistemi di accumulo non ancora operativi, né è possibile identificare le ragioni dei ritardi, oltre alla proroga concessa a causa della pandemia da coronavirus.

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