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Consultabile online il primo inventario dei licheni delle Dolomiti

where Bologna when Mer, 10/04/2024 who roberto

Coordinato dall’Università di Bologna, il database, in continuo aggiornamento, raccoglie circa 75.000 dati riferibili a circa 1.750 specie: più della metà di quelle note per l’intero arco alpino

Un database consultabile online03dolichens.jpg, in continuo aggiornamento, che offre un inventario dei licheni delle Dolomiti: circa 75.000 dati riferibili a circa 1750 specie, più della metà di quelle note per l’intero arco alpino. Presentato sulla rivista MycoKeys, il database nasce grazie al progetto Dolichens, coordinato dai lichenologi dell'Università di Bologna.

 
I licheni, questi sconosciuti
Nonostante il loro prezioso contributo al funzionamento degli ecosistemi e nonostante siano organismi molto sensibili ai cambiamenti climatici e all’inquinamento, i licheni sono infatti ancora relativamente poco conosciuti e vengono spesso esclusi dalle azioni di conservazione. Da qui nasce il lungo e complesso lavoro degli studiosi dell’Alma Mater, che hanno aggregato dati da numerose fonti dall’inizio del 1800 fino ai giorni nostri. “È stata consultata tutta la letteratura disponibile, compresa la letteratura grigia come le tesi di laurea, che contengono dati non facilmente accessibili”, spiega Juri Nascimbene professore di Botanica Sistematica al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna che ha coordinato lo studio. “Sono stati poi consultati e revisionati erbari storici di interesse locale e sono stati aggiunti anche i dati inediti provenienti dall’attività scientifica del nostro gruppo di ricerca”. Non solo: tutte le segnalazioni presenti nel database sono state accuratamente geolocalizzate, con una grande opera di georeferenziazione a posteriori. “Fino ad oggi non esisteva una sintesi con dati consultabili pubblicamente -- prosegue Nascimbene - ma inventari di questo tipo sono di estrema importanza per sviluppare ricerche in ambito naturalistico e promuovere la conservazione della biodiversità”. “Ogni località di raccolta è stata individuata su mappa, assegnando così una coppia di coordinate, quando non presenti”, conferma Nascimbene. “Per i dati storici questa operazione si è rivelata una vera sfida: è stato necessario consultare mappe antiche, in quanto i toponimi sono frequentemente cambiati nel tempo o sono stati abbandonati”.

Gli autori
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista MycoKeys con il titolo "The Dolichens database: the lichen biota of the Dolomites". Per l’Università di Bologna hanno partecipato Juri Nascimbene, Luana Francesconi, Gabriele Gheza e Chiara Vallese del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, mentre dall’Università di Trieste, Dipartimento di Scienze della Vita, hanno partecipato Stefano Martellos, Matteo Conti e Pier Luigi Nimis.

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dolichens