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A dieci anni dal decreto Terra dei fuochi ad Acerra scoprono l'ennesima discarica

where Acerra (Na) when Gio, 02/05/2024 who roberto

I rifiuti interrati emersi dagli scavi presentavano guaine bituminose, scarti di demolizione, di pezzame, e anche fanghi di depurazione

I volontari antiroghi di Acerradiscaricaterrafuochi.jpg (Napoli), hanno fatto fermare i lavori per la realizzazione di un opificio nell'area Asi cittadina, dopo aver scoperto che dal suolo spuntavano rifiuti speciali coperti da uno strato di terra. La denuncia degli ambientalisti – leggiamo su Ansa.it - ha fatto scattare i controlli da parte di carabinieri e vigili urbani, che hanno sottoposto l'intera area a sequestro in attesa di ulteriori controlli. L’episodio avviene a dieci anni dall’approvazione definitiva del cosiddetto Decreto Terra dei Fuochi dell’allora governo Letta che doveva mettere fine allo scempio di un intero territorio.
 
Cosa hanno trovato
“Siamo stati costretti ad intervenire - spiega Alessandro Cannavacciuolo, uno dei volontari - perché abbiamo notato che gli scavi precedentemente effettuati stavano per essere riempiti di cemento armato. Questo significava coprire i rifiuti emersi, ossia guaine bituminose, scarti di demolizione, di pezzame, e anche fanghi di depurazione". I volontari ora invocano lo "stato di emergenza ambientale". "Il nostro territorio va immediatamente bonificato - conclude Cannavacciuolo - questo ennesimo ritrovamento di rifiuti interrati è la dimostrazione che il disastro ambientale ad Acerra è ancora in atto. Intervenga lo Stato e dichiari lo stato di emergenza".
 
Il decreto compie dieci anni
Il decreto legge sulla Terra dei fuochi approvato definitivamente nel febbraio 2014 puntava a dotare di strumenti e mezzi in più a disposizione delle forze dell’ordine e dei magistrati, a cominciare dal primo articolo con l’introduzione del reato di combustione illecita di rifiuti, fino alla ‘fotografia’ dello stato dell’arte sui suoli contaminati per distinguerli da quelli sani, e l’accelerazione delle bonifiche. All’epoca i roghi tossici di rifiuti (spesso come ’miccia’ si usano pneumatici abbandonati) erano infatti sanzionabili soltanto con contravvenzioni. Con questa norma sono state disposte sanzioni penali: è previsto il carcere da due a cinque anni; e nel caso l’incendio riguardi rifiuti pericolosi, la pena della reclusione sale da tre a sei anni.
Maggiore incisività della pena è stata prevista anche se i fatti sono commessi in territori interessati (anche fino a 5 anni prima) da dichiarazioni di stato di emergenza per i rifiuti, come in Campania. In questo modo si mira a colpire il fenomeno dei roghi tossici di rifiuti che portano danni all’ambiente e alla salute, con la dispersione in atmosfera dei residui della combustione, incluso il rischio di ricadute al suolo di diossine.
Il secondo articolo del decreto estende l’obbligo di informare le amministrazioni locali degli eco-reati (danni ad ambiente, salute e qualità dei prodotti agroalimentari) per favorire un corretto raccordo con l’Autorità giudiziaria e prendere i necessari provvedimenti. C’è poi il capitolo dedicato alla classificazione dei suoli coltivabili per far fronte all’allarme sociale sullo stato di contaminazione dei terreni agricoli campani e su eventuali pericoli per la salute.

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