E.on, conti in crescita nei 6 mesi ma a Terni c’è preoccupazione per l’occupazione
Vanno piuttosto bene i conti dei primi sei mesi 2012 del Gruppo E.ON. Secondo alcune anticipazioni della stessa utility l'EBITDA si attesta a circa 6,7 miliardi di euro (corrispondente periodo anno precedente: circa 4,3 miliardi di euro) e l'utile netto sottostante raggiunge i 3,3 miliardi di euro (corrispondente periodo anno precedente: 0,9 miliardi di euro).
Questo notevole incremento trae origine da diversi fattori positivi, innanzitutto dal sopraggiunto accordo con Gazprom e, in secondo luogo, dagli effetti non ricorrenti dall'uscita dal nucleare in Germania nel 2011.
Questi effetti continueranno a manifestarsi anche nei prossimi trimestri. E.ON conferma le previsioni al rialzo per il 2012, già rese note il 3 luglio, con attese per un EBITDA a fine esercizio compreso tra 10,4 e 11 miliardi di euro e un utile netto sottostante compreso tra 4,1 e 4,5 miliardi di euro.
Ma se migliorano i margini non diminuiscono le preoccupazioni dei lavoratori del gigante tedesco in Italia. Nei giorni scorsi si è svolto un incontro in Provincia, convocato dal presidente della provincia di Terni Feliciano Polli e dal sindaco Leopoldo di Girolamo, con i sindacati confederali e di categoria e i rappresentanti di E.ON per un confronto sulle problematiche relative alla presenza dell’azienda sul territorio e le conseguenti ricadute occupazionali sulla sede ternana.
Sindacati e istituzioni hanno fortemente stigmatizzato comportamenti e dichiarazioni di alcuni dirigenti del Gruppo che hanno determinato grave preoccupazione tra i lavoratori. E.ON, dal canto proprio, ha riconfermato il significativo ruolo degli impianti idroelettrici di Terni ricordando, da un lato, di aver portato a termine un investimento di circa 200 milioni di euro per il rifacimento della quasi totalità del parco idroelettrico e, dall’altro, di aver mantenuto il livello degli organici del Nucleo Operativo e incrementato quello degli staff.
Nell’ambito del progetto globale di riorganizzazione denominato E.ON 2.0, rivolto a tutte le strutture operative e di staff della società e non quindi particolarmente alla sede di Terni, l’azienda ha comunque precisato di non aver programmato alcuna misura straordinaria come la chiusura, appena decisa, per la sede di Verona.