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Eureka! Ecco la tecnologia di Enea che pulisce gli specchi degli impianti solari termodinamici

where Roma when Mer, 27/03/2024 who roberto

Gli impianti sono generalmente localizzati in aree semiaride e si sporcano con sabbia, polveri, pollini e deiezioni di volatili, il loro lavaggio diventa indispensabile per un corretto funzionamento

I ricercatori ENEA del Centro solare-termodinamico.jpegRicerche di Portici (Napoli) hanno brevettato un processo a basso costo che rende autopulenti gli specchi degli impianti solari senza comprometterne le proprietà riflettenti, riducendo il costo dell’energia elettrica prodotta e i consumi d’acqua per il lavaggio. Si tratta di un’innovazione importante visto che la sporcizia accumulata  sugli specchi, ad esempio quella della sabbia, ne limita fortemente l’efficienza. Gli impianti solari sono generalmente localizzati in aree semiaride dove l'irraggiamento è molto alto e si sporcano anche con polveri, pollini e deiezioni di volatili; il loro lavaggio, indispensabile per un corretto ed efficiente funzionamento, comporta che il costo dell'energia elettrica prodotta includa le operazioni di pulizia e manutenzione facendo del consumo di acqua uno dei fattori per valutare la profittabilità degli impianti stessi. L’invenzione è applicabile in tutti quei settori, come fotovoltaico, anti-ghiaccio/brina e illuminazione per esterni, dove è richiesta una modulazione della bagnabilità abbinata a trasparenza e resistenza alle intemperie. Il brevetto, che ha un indice di trasferimento tecnologico elevato su specchi nuovi (TRL 7-8), copre anche la possibilità del retrofitting, ossia l’applicazione su specchi solari già installati.
 
Cambiare pelle con uno spray
“Il processo che abbiamo sviluppato permette di affrontare un problema fin qui insoluto grazie ad  una tecnica di rivestimento che modifica la bagnabilità degli specchi, cioè la capacità di entrare in contatto con l’acqua, preservandone le proprietà ottiche e possibilmente svolgendo una funzione protettiva rispetto ad erosione e corrosione”, spiega la referente del progetto Anna Castaldo, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Energia e accumulo termico  e autrice del brevetto insieme ai colleghi Emilia Gambale e Giuseppe Vitiello. “Per ovviare a questo problema abbiamo pensato di cambiare ‘pelle’ agli specchi solari avvalendoci di una tecnica semplicissima quale lo spray a bassa pressione di un materiale proveniente dal settore automobilistico e di una filiera ben consolidata come quella della verniciatura. Infatti, come gli specchi solari, le auto sono esposte alle intemperie, ma vengono lavate usualmente senza che questo ne determini un’usura. Da qui l’idea di selezionare alcuni componenti delle loro vernici, quelli con i requisiti ottici idonei, e adoperarli per rivestire gli specchi”, prosegue Castaldo.

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