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Se in ogni Comune ci fosse una Casa dell’acqua, l’abbattimento sarebbe di oltre 73mila tonnellate di CO2 l’anno

Un abbattimento delle emissioni di CO2 da oltre 73mila tonnellate all’anno: questo succederebbe se in ognuno degli oltre 8mila comuni italiani ci fosse una Casa dell’acqua. È la proiezione fatta da OroBlu point, azienda bresciana appartenente alla Bonazzoli Group, specializzata nella realizzazione di case dell’acqua. Una stima che, nei giorni della Conferenza di Parigi sull’Ambiente, può suggerire un’azione semplice ma efficace per contribuire dal basso alla lotta contro le emissioni nocive.

È stato registrato nelle oltre 200 case dell’acqua realizzate e installate, in prevalenza nel nord est, un prelievo medio annuo di 300 mila litri, l’equivalente di 200mila bottiglie da 1,5 litri in PET per cui occorrono 1380 kg di CO2 per la produzione e 7800 kg per il trasporto.

“La diffusione delle case dell’acqua ha conosciuto negli ultimi anni una crescita molto marcata, pur con differenze significative fra nord e sud della Penisola – spiega Andrea Zennaro, responsabile commerciale di OroBlu point –. Guardate inizialmente con una certa dose di diffidenza, oggi sono entrate nel paesaggio urbano di tante realtà italiane. Basti pensare che nel maggio 2010 erano 213 e oggi, con 1.300 unità, sono più che sestuplicate. È il segno, questo, di un gradimento che va ben oltre il fenomeno della moda, e che si spiega con una sensibilità sempre più accentuata per la tutela dell’Ambiente, ma anche con il risparmio rispetto all’acqua in bottiglia”.

Il rapporto è di 1 a 30 - Il prezzo di una bottiglia d’acqua è significativamente superiore a quello dell’acqua di rubinetto: se in media un litro d’acqua in bottiglia costa 30 centesimi, 1 litro di acqua di rubinetto costa 0,1 centesimi. Nelle case dell’acqua, l'acqua subisce un processo di microfiltrazione e per un litro di acqua si pagano 5-8 centesimo al litro, contro i 25 centesimi di quella in bottiglia.