Elettricità

Accolti parzialmente i ricorsi proposti da Enel Energia Spa e Servizio Elettrico Nazionale

Dovrà essere ricalcolata dall'Antitrust la maximulta da oltre 93 milioni euro inflitta nel dicembre scorso al Gruppo Enel, accusato di "aver abusato della propria posizione dominante nei mercati della vendita di energia elettrica in cui offrono il servizio pubblico di maggior tutela".
 
Lo ha deciso il Tar del Lazio con una serie di dispositivi di sentenza di accoglimento parziale di ricorsi proposti da Enel Energia Spa e Servizio Elettrico Nazionale Spa (uno ricorso respinto, quello proposto da Enel spa). I giudici hanno fissato anche i parametri specifici da verificare al fine di stabilire il ricalcolo ordinato. Per avere contezza di tutto occorrerà però attendere il deposito delle motivazioni delle sentenze.
 
L'Autorità avviò i procedimenti istruttori culminati con la maxisanzione (stabilita in 93.084.790 in solido tra Enel Spa., SEN ed Enel Energia Spa) nel maggio 2017; a conclusione dell'indagine emerse che il gruppo Enel avrebbe "sfruttato in modo illegittimo prerogative e asset, derivanti dall'essere fornitori di maggior tutela, per realizzare una dichiarata politica di “traghettamento” della clientela già rifornita a condizioni regolate verso contratti a mercato libero". Condotte, queste, che furono ritenute idonee ad alterare le dinamiche competitive.
 
L'Enel "ribadisce di aver agito nel pieno rispetto delle regole di condotta commerciale e operato per una effettiva e leale libertà di concorrenza, segnalando, anche con ripetute denunce alle Autorità competenti, i veri fenomeni distorsivi del mercato e il diffuso traffico illecito di dati personali". Dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha accolto parzialmente i ricorsi presentati da parte di Enel Energia e SEN dopo la multa da 93 milioni dell'Antitrust, Enel ha invitato l'Autorità a rideterminare l'importo della sanzione secondo quanto verrà reso noto nelle motivazioni della decisione. Enel, conclude la nota, "non commenta l'esito dei dispositivi emessi dal Tar, non conoscendo le motivazioni delle sentenze, e si riserva l'impugnativa alla lettura delle stesse".