Un breve stop al maggior giacimento offshore norvegese mette in ansia i mercati
Un’interruzione delle forniture elettriche interrompe la produzione del maggior campo petrolifero norvegese e dell’Europa Occidentale. Cresciuti i prezzi del 3%
È bastato lo stop al più grande giacimento petrolifero offshore dell’Europa occidentale, il norvegese Johan Sverdrup, a far crescere i prezzi del greggio del 3%.
Cos’è successo
Tutta colpa di un banale guasto a una stazione a terra che fornisce energia al giacimento offshore. Attualmente la produzione è ripresa solo parzialmente. “Oggi abbiamo avuto un incidente che ha coinvolto lo sviluppo di fumo in una delle stazioni di conversione dell’energia a terra a Kaarsto. Da qui viene trasmessa l’energia elettrica proveniente dalla terraferma per la fase uno dello sviluppo di Johan Sverdrup”. La fornitura di energia elettrica agli altri campi offshore collegati nell’area di Utsira High non è stata compromessa, ha aggiunto il portavoce. Il giacimento Johan Sverdrup, gestito dall’operatore Equinor, ha raggiunto il record di produzione di oltre 756mila barili di petrolio in un giorno durante il terzo trimestre del 2024 e ha raggiunto la pietra miliare di un miliardo di barili prodotti dall’avvio del giacimento cinque anni fa, ha riferito l’operatore Equinor nella sua ultima trimestrale.
Il nervosismo dei mercati
Ma l’interruzione del Johan Sverdrup, che rappresenta circa un terzo dell’intera produzione petrolifera norvegese, ha riscaldato il prezzo del petrolio Brent mostrando come basti un nulla, anche un blackout temporaneo a terra, per far innervosire i mercati del petrolio, già agitati dai timori di un’escalation della guerra in Ucraina. Intanto anche un’altra interruzione si è verificata in settimana: Il più grande giacimento petrolifero del Kazakistan, Tengiz, ha ridotto la produzione di petrolio del 28-30% per riparazioni che dovrebbero essere state completate nel fine settimana.