Le conseguenze della guerra. L’Egitto non riceve più gas da Israele e non lo esporta più nella UE
Il presidente Al-Sisi ha detto che sono stati azzerati gli arrivi dal giacimento Chevron di Tamar e non invia più GNL all’Europa anche se Leviathan funziona regolarmente
Si sono interrotte le importazioni di gas naturale provenienti da Israele verso l’Egitto. Lo ha comunicato il governo di Abdel Fattah al-Sisi (nella foto). Si vedono così i primi effetti reali dell’impatto del conflitto di Gaza sul Cairo, in grado di far crollare anche le esportazioni di GNL verso l’Europa. Per precauzione, Israele ha infatti chiuso il giacimento Tamar, ma non Leviathan, quello di maggiori dimensioni, che continua a produrre e il cui gas dovrebbe arrivare in Egitto passando dalla Giordania. Rimane dunque il dubbio che la scarsità di gas in Egitto, sia più strategica che reale.
La chiusura di Tamar
Il governo ha affermato che le importazioni di gas naturale sono scese da 22 milioni di metri cubi/giorno a zero in un momento in cui temperature più calde del solito hanno portato ad un aumento della domanda di elettricità. Lo stop alle importazioni di gas sembra legato alla decisione presa all’inizio di questo mese dalle autorità israeliane di chiudere il giacimento di gas offshore di Tamar per il timore che potrebbe essere influenzato dagli scontri tra i suoi militari e Hamas nella Striscia di Gaza. Chevron Corp., che gestisce il giacimento di gas che Israele ha ordinato di chiudere, così come un altro importante giacimento che ha incrementato la produzione, non ha potuto commentare immediatamente. La società aveva detto venerdì che avrebbe continuato a onorare alcuni dei suoi contratti con l’Egitto.
L’import europeo e la crisi elettrica in Egitto
Il mercato del gas europeo sta osservando con attenzione quanto succede, perché una parte delle forniture di GNL proviene proprio da quel paese. L’Egitto importa gas da Israele e poi ne esporta una parte in Europa come GNL. Il colosso petrolifero italiano Eni ha dichiarato la scorsa settimana di aspettarsi che l’Egitto riavvii le esportazioni di gas poiché la domanda interna diminuisce.
In Egitto, i tagli alla corrente elettrica sono in atto dalla metà dell’anno, con i funzionari che li collegano a temperature insolitamente elevate insieme a misure di risparmio sui costi mentre il Paese è alle prese con la peggiore crisi valutaria degli ultimi decenni. Il governo ha affermato che altri fattori che influiscono sulle interruzioni di corrente includono un calo dell’elettricità da fonti energetiche rinnovabili.
I tagli, che i funzionari erano riusciti a limitare a circa un’ora al giorno, sono diventati un’altra fonte di frustrazione per gli egiziani che già soffrono di un’inflazione record legata a tre svalutazioni della valuta dall’inizio del 2022.