L’Esso vende agli algerini la Raffineria di Augusta
L’impianto, sorto negli anni ’60, è uno dei grandi poli di raffinazione del greggio del Mediterraneo. Può trattare 8 milioni di tonnellate di petrolio l’anno
La compagnia petrolifera ExxonMobil vende alla compagnia statale algerina Sonatrach la Raffineria di Augusta (Siracusa), una delle maggiori raffinerie italiane. L’impianto, di proprietà della Esso dal 1961, oggi è uno dei grandi poli di raffinazione del greggio del Mediterraneo ed è capace di trattare 8 milioni di tonnellate di petrolio l’anno.
In particolare, l’assemblea dei soci della Esso Italiana, filiale del colosso statunitense Exxon Mobil ha approvato la sottoscrizione di un accordo con la compagnia petrolifera statale algerina Sonatrach per cedere il ramo d’azienda costituito dalla raffineria di Augusta, dei depositi carburante di Augusta, Palermo e Napoli e degli oleodotti che collegano questi impianti
Il commento della Esso - “La decisione è frutto di un'approfondita e attenta valutazione”, afferma Gianni Murano, numero uno della Esso. “Il nostro impegno in Italia non viene affatto meno”, assicura.
La Esso Italiana e il gruppo Exxon Mobil sottoscriveranno con la Sonatrach contratti pluriennali di natura commerciale e tecnologica sulla fornitura di prodotti petroliferi, su attività operative e di sviluppo e sull’uso dei depositi di carburante di Augusta, Palermo e Napoli. L’accordo, dice la Esso, non ha riflessi sulle stazioni di servizio a marchio Esso (gran parte delle quali cedute), sui clienti, distributori e grossisti di carburanti e lubrificanti, né su altre attività del gruppo in Italia.
Il commento della Sonatrach - Sonatrach è estremamente orgogliosa di effettuare in Italia, in particolare ad Augusta, il suo primo investimento internazionale nel settore della raffinazione”, afferma Abdelmoumen Ould Kaddour, chairman e ceo di Sonatrach. “Ci impegniamo a mantenere i livelli occupazionali, la continuità gestionale, l'eccellenza operativa e gli elevati standard in materia di salute, sicurezza e ambiente. Il nostro obiettivo è una presenza di lungo termine, nell'ottica della sicurezza e dell'impegno per un dialogo costruttivo con la forza lavoro, le autorità e le comunità”, aggiunge. Esso collaborerà con Sonatrach per assicurare una gestione attenta della transizione, con particolare riferimento al personale, alla sicurezza, alle relazioni con le comunità locali e alla tutela dell'ambiente. Nel corso della transizione Esso continuerà ad assicurare una costante attenzione alla sicurezza e all'efficienza delle operazioni, e a garantire il rispetto degli impegni assunti con le autorità. Il perfezionamento del trasferimento del ramo d'azienda è subordinato a una serie di condizioni e vincoli di legge applicabili, inclusi il completamento del processo di consultazione con le rappresentanze sindacali e l'approvazione dell'Autorità Antitrust. La cessione è prevista entro la fine del 2018. In accordo con la normativa vigente in materia di cessione di ramo d'azienda, è previsto che il contratto di impiego di circa 660 dipendenti della Esso venga trasferito all'acquirente.
La Raffineria di Augusta è ampia 2,2 milioni di metri quadri, conta 600 dipendenti, può raffinare 8 milioni di tonnellate l’anno di greggio, ha 2 pontili con 7 banchine per l’attracco di un migliaio di petroliere l’anno.
La Uil - “La decisione di Esso di procedere alla cessione della raffineria di Augusta, dei depositi di prodotti petroliferi di Augusta, Palermo e Napoli per un numero complessivo di oltre 700 lavoratori diretti e oltre 900 dell'indotto alla algerina Sonatrac, è inaccettabile”. Lo affermano Carmelo Barbagallo della Uil e Paolo Pirani della Uiltec. “Questa vicenda è l'ennesima prova della necessità di regole europee e internazionali che impediscano alla multinazionali di assumere unilateralmente decisioni dalle gravi ripercussioni sociali. Non si può pensare di lasciare un sito importante del Mezzogiorno come quello in Sicilia senza neanche la cortesia di informare sindacati, istituzioni, Governo; queste modalità di informazione vanificano anni di relazioni sindacali corrette”. Esso “prosegue con la sua exit strategy dall'Italia. Occorre una presa di posizione forte e un'assunzione di responsabilità di tutti per salvaguardare patrimoni industriali e posti di lavoro. Interesseremo immediatamente il Governo per le azioni necessarie e coinvolgeremo i lavoratori in difesa dell'occupazione”.
Stefania Prestigiacomo - “Esprimo preoccupazione per il silenzio che finora ha circondato la trattativa che sarebbe in corso fra la Esso e una presunta società algerina per la vendita della Raffineria di Augusta”. Lo dice Stefania Prestigiacomo di Forza Italia. “L'impianto fa parte della storia industriale della Sicilia e rappresenta un insediamento produttivo di primaria importanza per il territorio - aggiunge - . Il fatto che una sua cessione, sia pure trattandosi di una compravendita fra privati, possa avvenire a totale insaputa delle istituzioni nazionali e locali mi lascia perplessa. Ho cercato stamani il ministro Calenda per sapere se a livello governativo la notizia era nota e il Ministero dell'Ambiente. Parimenti all'oscuro della trattativa sembra essere il territorio e la Regione”.
I sindacati di Siracusa - Stato di agitazione e blocco dello straordinario, e un ciclo di assemblee nella raffineria. È la reazione dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Siracusa, rispettivamente Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò, alla vendita della raffineria Esso di Augusta. “A distanza di tre anni dalla vicenda Sk Capital, la zona industriale di Siracusa potrebbe ripiombare nuovamente in quella condizione che tenne molti lavoratori col fiato sospeso per parecchi mesi - prosegue - . Come sindacato territoriale riteniamo prematuro esprimere qualsiasi giudizio sull'opportunità di carattere industriale e strategico di questa operazione. Stigmatizziamo invece il comportamento dei dirigenti aziendali sull'eccesso di riservatezza di tutta questa operazione che, proprio per le modalità con cui è stata condotta, risulta sospetta”. I sindacati chiederanno una serie di incontri al ministero dello sviluppo economico.
La Filctem Cgil - “Riteniamo la decisione di Esso, oltre che preoccupante, sconcertante. Una decisione improvvisa che rischia di creare incertezza in una tra le più importanti aree industriali del Paese”: lo hanno dichiarato in una nota Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil, e Giuseppe D'Aquila, segretario generale della Filctem Cgil Sicilia, dopo l'annuncio della cessione della raffineria di Agusta e dei depositi di Augusta, Palermo e Napoli agli algerini di Sonatrach.“Nella totale assenza di comunicazione ai sindacati - continuano Miceli e D'Aquila -, non sappiamo qual è la strategia di Esso in Italia e non conosciamo nulla degli obbiettivi del nuovo azionista. La preoccupazione è alta tra i lavoratori diretti e indiretti, ed è necessaria una informazione dettagliata sull'insieme dell'operazione che ha le caratteristiche di una fuga”.
“Tutto questo non contribuisce a fare chiarezza sugli assetti industriali e le ricadute occupazionali ed economiche sul territorio”.
I sindacati unitari - “Vendita senza preavviso, la Esso Italiana cede gli asset alla Sonatrach algerina. A rischio il posto di lavoro per 660 addetti. La Esso Italiana vende la raffineria di Augusta e i depositi logistici di Palermo, Augusta e Napoli alla Sonatrach, azienda di stato algerina. È quanto hanno appreso i 660 dipendenti diretti dell'azienda durante l'informativa annuale tenutasi in data odierna, quando il management della società ha esposto la decisione, presa senza alcun preavviso alle OO.SS.
La scelta da parte della direzione aziendale ha sortito pesanti proteste da parte dei lavoratori e delle Segreterie Nazionali, delle strutture territoriali e del Coordinamento delle RSU Esso Italiana, che hanno così visto violato il Protocollo sulle Relazioni sindacali in vigore tra le parti, che disciplina peraltro la gestione concordata delle criticità.”
La preoccupazione dei sindacati è estesa anche alle rimanenti attività che restano in capo alla Esso Italiana (la sede centrale, le attività commerciali, lo stabilimento di Vado Ligure, la raffineria SARPOM, i depositi di Chivasso, Arluno e Genova Calata Canzio, la direzione chimica di Milano), che occupano 650 lavoratori. "Deprecabile la decisione della Esso Italiana, - hanno commentato le Segreterie nazionali di Filctem, Femca e Uiltec - che mette a rischio l'occupazione e lo stesso tessuto industriale e produttivo del nostro Paese". Pertanto, le Segreterie di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno immediatamente inviato una richiesta di incontro presso il ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza della direzione della Esso Italiana e della società acquirente Sonatrach, per confrontarsi sul futuro lavorativo dei 660 dipendenti coinvolti e sulle prospettive per le restanti attività industriali nel nostro Paese. Nel frattempo, è proclamato lo stato di agitazione con sospensione di ogni prestazione straordinaria e il rigido rispetto delle procedure lavorative, oltre a un ciclo di assemblee con i lavoratori.