Il Governo danese in crisi per la cessione della compagnia Dong a Goldman Sachs
I socialisti popolari lasciano la già debole maggioranza. Petizioni e raccolte di firme contro la vendita del 19% alla banca d’affari
Polemiche in Danimarca e rischio di crisi di Governo per la cessione del 19% della compagnia statale Dong alla banca d’affari Goldman Sachs. Il Partito popolare socialista ha ritirato i suoi dalla maggioranza i suoi sei ministri, mentre sul web corrono le raccolte di firme fra i cittadini imbufaliti.
Dong opera nei settori petrolio, metano, energia eolica e termica. Nel 2012 aveva fatturato 9 miliardi di euro.
Lo scorso novembre il Governo aveva firmato un accordo con Goldman Sachs per cedere il 19% in cambio di un aumento di capitale di oltre un miliardo di euro. La quota azionaria garantisce alla banca d’affari il ruolo di azionista di riferimento. Secondo un articolo del Financial Times, La Goldman Sachs è invisa a molti danesi per le attività in paradisi fiscali e gli attivisti del Partito socialista popolare (sinistra) hanno chiesto ad Annette Vilhelmsen l’uscita dalla maggioranza a tre guidata dalla socialdemocratica Helle Thorning-Schmidt (centrosinistra) e con i social liberali (centro).
La coalizione, persi i socialisti popolari, in parlamento ha 61 seggi sui 179 totali. Helle Thorning-Schmidt ha promesso una soluzione e ha detto che l'uscita dei socialisti "non farà grande differenza". I sondaggi d’opinione dicono che una coalizione di destra avrebbe più consensi (54%) di quella di centrosinistra attuale (46%), e la perdita dell’ala più oltranzista può avere giovato al Governo.