Il Gse fa la sua spending review sugli stipendi dei dirigenti
Già dal 2012 il gruppo ha ridotto gli emolumenti
La spending review (cioè la riduzione della spesa pubblica) e gli stipendi dei manager delle società a partecipazione statale è un tema caldissimo che ha coinvolto alche il Gse (Gestore dei servizi energetici), la Spa controllata dallo Stato che governa anche l’Acquirente Unico Spa e il Gestore dei mercati.
I CdA della società Gestore dei Servizi Energetici e delle controllate Acquirente Unico e Gestore dei Mercati Energetici sono stati rinnovati nel 2012; per il GSE in data 13 luglio e per le altre due società il 24 luglio.
In tale occasione, in coerenza con la politica di riduzione dei costi tracciata dal Decreto Legge n. 95 del 6/7/2012 (sulla cosiddetta “Spending Review”), il ministero dell’Economia, azionista unico del Gse, ha ritenuto opportuno ridurre da cinque a tre il numero dei consiglieri di amministrazione delle società e, come previsto in questi casi, per una ulteriore riduzione dei costi, sono state accorpate in un’unica figura le cariche di amministratore delegato e presidente di tutte e tre le società. Tutti gli altri consiglieri di amministrazione, infine, sono stati individuati tra i dirigenti del ministero dell’Economia e del ministero dello Sviluppo economico che hanno l’obbligo di riversare nelle casse dello Stato i relativi compensi.
Quanto alle retribuzioni spettanti ai vertici nominati nel luglio 2012, sono state fissate volontariamente dai CdA subito al di sotto del compenso previsto per il primo presidente della Corte di Cassazione, adeguandosi quindi, in anticipo, alla legge 7 agosto 2012 n. 135. Tale legge, infatti, prevedeva l’adeguamento dei compensi a decorrere dal primo rinnovo dei consigli di amministrazione successivo all’entrata in vigore della legge sopra citata, cioè, per le tre società, dal 2015.