Libia: Noc, persi 5 miliardi di dollari per il blocco del greggio
La Libia potrebbe invece essere ricchissima, avendo la seconda maggiore riserva di petrolio in Africa dopo la Nigeria
Si avvicina ai cinque miliardi di dollari la perdita economica della Libia, stimata dalla Compagnia petrolifera libica Noc in seguito alle chiusure di oleodotti e terminal, imposte più di quattro mesi fa dal generale Khalifa Haftar nella sua ormai quasi naufragata campagna per la conquista di Tripoli. La stima di 4,94 miliardi di dollari di perdite accumulatesi dal 19 gennaio è stata pubblicata la notte scorsa sulla pagina Facebook della Noc. Alla soglia dei 4 miliardi di dollari di perdite la Libia era arrivati a metà aprile. Si tratta di un danno enorme visto che il Pil libico 2019 era ammontato a 56,3 miliardi di dollari.
La Libia peraltro potrebbe essere ricchissima, avendo la seconda maggiore riserva di petrolio in Africa dopo la Nigeria e la nona a livello mondiale, con 41,5 miliardi di barili. Le esportazioni sono crollate "a livelli senza precedenti", afferma la Noc in un testo pubblicato su Facebook. Già le perdite per il blocco dell'export imposto tra il luglio 2016 e il settembre 2019 dal signore della guerra e capo delle Guardie degli impianti petroliferi Ibrahim Jadhran avevano "superato i 100 mili ardi di dollari".
Haftar, proprio il giorno prima della conferenza di Berlino sulla Libia del 19 gennaio, aveva bloccato il carico di greggio da cinque porti sotto il suo controllo, tra cui i due maggiori del Paese, Sidra e Ras Lanuf. Il giorno dopo, con la chiusura di valvole in due oleodotti, il generale aveva fatto fermare la produzione del giacimento di Sharara, il più grande di Libia, di quello di Hamada e di altri due impianti, operati anche da Eni (El Feel, cioè "l'elefante", e Bu-Attifel). Il blocco viene spiegato da analisti con la dichiarata convinzione di Haftar che la Noc parteggi per Tripoli.