Metanodotto di Sulmona, per il sindaco restano problemi sulla pericolosità
Lo ha detto Annamaria Casini, primo cittadino di Sulmona, alla luce della sentenza del Consiglio di Stato che ha rigettato il ricorso alla realizzazione dell'opera
"Ho condotto in questi anni con molta convinzione, insieme ai sindaci del territorio, una battaglia contro quest'opera su tutti i fronti e con tutti i mezzi a disposizione, con ricorsi giudiziari e atti e istanze nelle sedi ministeriali per sollecitare azioni politiche, con Ingv, nelle Conferenze dei Servizi, e in altre sedi, per ribadire la contrarietà di un intero territorio alla Centrale di compressione e al Metanodotto, ritenendole opere fortemente dannose per il territorio". Così il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini (nella foto), alla luce della sentenza del Consiglio di Stato che ha rigettato il ricorso alla realizzazione dell'opera.
La sentenza, "malgrado l'autorevole difesa delle nostre ragioni da parte dell'avvocato Alfonso Celotto, costituzionalista incaricato dal Comune, che ha seguito i due ricorsi nei due gradi di giudizio con grande passione e generosità, di fatto lascia aperti i dubbi sulla pericolosità dell'opera su cui il Consiglio di Stato non si esprime per mancanza di sufficienti elementi scientifici, ma proprio per questo non lo esclude”.
“Resta per l'Amministrazione – ha concluso - la convinzione di un rischio d'impatto ambientale negativo della Centrale di compressione, su cui ora chiedo alla politica, a livello regionale e in particolare al Governo, di proseguire la battaglia in considerazione di come le politiche energetiche mondiali siano sempre più rivolte a fonti alternative, rendendo ora l'opera sicuramente non strategica come, nei presupposti, quindici anni fa era stata concepita."