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Numeri. Per l’Agenzia internazionale dell’energia, investimenti petroliferi in calo del 20%

where Parigi (Francia) when Lun, 16/11/2015 who redazione

Presentata la nuova edizione del World Energy Outlook 2015. I prezzi tenderanno a risalire

Gli investimenti nel settore petrolifero nel 2015 hanno registrato un calo di oltre il 20%. E la flessione dovrebbe continuare anche nel 2016. A sostenerlo nel World Energy Outlook 2015 è l'Agenzia internazionale dell'energia (Aie).

worldenergyoutlook2015.jpgA essere colpita è soprattutto la produzione di shale oil statunitense, tra i maggiori contributi all'attuale situazione di eccesso di offerta. Secondo l'Aie, la domanda mondiale di greggio, nello scenario mediano, è destinata a crescere di 900mila barili al giorno annui fino al 2020, toccando i 103,5 milioni di barili al giorno entro il 2040.

Oltre agli Usa, i produttori che appaiono destinati a ridurre di più l'output a causa del crollo degli investimenti sono, secondo l'Aie, Brasile e Canada. La conseguente riduzione dell'offerta globale, si legge nel rapporto, verrà però in parte compensata dall'aumento della produzione irachena e dal ritorno sul mercato dell'Iran, che attende il ritiro delle sanzioni internazionali. Queste ultime previsioni sono però soggette a rischi al ribasso, legati all'instabilità politica per quanto riguarda Baghdad e alla necessità di consistenti investimenti per Teheran, che avrà bisogno di ingenti risorse per tornare ai livelli produttivi del 2012, ovvero 2,5 milioni di barili al giorno. Per queste ragioni, afferma il capo economista dell'Aie, Fatih Birol, è improbabile che il prezzo del petrolio torni a toccare gli 80 dollari al barile prima del 2020 ed è inoltre difficile escludere “un prolungato periodo di bassi prezzi”.
Il mercato petrolifero dovrebbe progressivamente riequilibrarsi e arrivare intorno ai 80 dollari al barile nel 2020.
Sul 2016 stima un incremento da 1,2 milioni di barili equivalenti al giorno, a fronte dell'aumento di 1,8 milioni di barili di quest'anno.

Un prolungato periodo con prezzi del greggio bassi, sottolinea l'Aie, “andrebbe a vantaggio dei consumatori ma determinerebbe problemi a livello di sicurezza energetica”. Anche perché, con il calo degli investimenti del settore, in prospettiva, “si rischia un forte rimbalzo dei prezzi”.
La domanda del petrolio dovrebbe aumentare di 900mila barili al giorno in media ogni anno, fino al 2020 e raggiungerà i 103,5 milioni di barili al giorno nel 2040: circa 13 milioni di barili al giorno in più rispetto ai livelli del 2014.

Sebbene i consumi della Cina siano destinati a diventare il doppio di quelli statunitensi entro il 2040, sostiene l'Aie, il maggiore driver della domanda negli anni a venire sarà l'India, che registrerà il maggior aumento della domanda mondiale entro il 2040, anno nel quale i consumi di Nuova Delhi toccheranno i 10 milioni di barili al giorno. Pechino, invece, appare orientata a una maggiore efficienza, anche a causa dell'emergenza ambientale.

In questo scenario, conclude l'Aie, a uscire vincitori saranno i produttori del Golfo Persico, gli stessi che, con la decisione di mantenere l'output dell'Opec invariato, hanno causato il tonfo delle quotazioni che ha sconvolto il mercato. Infatti, a differenza di Usa o Russia, paesi come l'Arabia Saudita godono di un costo estrattivo unitario per singolo barile pari, in certi casi, addirittura a 10 dollari.

L’Aie stima livelli da record delle riserve globali di oro nero, che anche grazie al calo dei prezzi hanno raggiunto quota 3 miliardi di di barili e negli ultimi mesi hanno continuato a crescere ben oltre la media storica. In questo modo le scorte assicurano un meccanismo di sicurezza contro eventuali futuri problemi sulle forniture.

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La locandina di World Energy Outlook 2015