L’oleodotto in Amazzonia riparte, dopo lo sversamento
La rottura della tubazione nella provincia di Napo, in Ecuador, è stata riparata
Dopo undici giorni di paralisi per l'incidente avvenuto il 28 gennaio scorso in Ecuador, con la perdita di circa 6.300 barili di petrolio nella regione amazzonica, l'oleodotto privato OCP ha ripreso a funzionare. Lo scrive il portale di notizie Primicias. In un comunicato la compagnia ha precisato che la rottura della tubazione nel settore Piedra Fina della provincia di Napo è stata riparata.
L’oleodotto
Lungo un percorso di 497,7 chilometri dalla regione amazzonica fino alla provincia di Esmeraldas, l'OCP (Oleodotti di greggio pesante) ha la capacità di trasferire 460.000 barili di petrolio al giorno, ma al momento viene utilizzato per il 43,7% del suo potenziale. La compagnia ha ricordato che durante il periodo delle riparazioni le esportazioni di petrolio non sono state sospese, poiché sono state utilizzate riserve di greggio esistenti nel terminal di Punta Gorda.
La bonifica
Per quanto riguarda le operazioni di bonifica del territorio dove è fuoriuscito il petrolio, il presidente esecutivo di OCP, Jorge Vugdelija, ha reso noto che tre aziende specializzate lavorano con più di 790 persone e macchinari specializzati sul territorio. Sono stati recuperati 1.000 metri cubi di terreno con tracce di greggio sottoposti a bonifica e la compagnia ha distribuito 120.000 litri di acqua e kit alimentari compatibili con gli standard tecnici del Servizio nazionale di gestione dei rischi dell'Ecuador. Infine, sono stati dispiegati team medici per affrontare i problemi di salute delle popolazioni colpite dalla fuoriuscita di petrolio.