L’Onu trova un accordo sui giacimenti contesi fra Ghana e Costa d’Avorio
Il Ghana potrà sfruttare le aree ma non avviare nuove perforazioni
Il Ghana potrà continuare a sviluppare il campo petrolifero T.e.n. (Tweneboa, Enyenra e Ntomme), in una zona offshore contesa dalla Costa d'Avorio, ma non avviare nuove trivellazioni: lo ha deciso il Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos), intervenendo sulla disputa tra i due vicini dell'Africa occidentale.
La sentenza del tribunale, organo dell'Onu con sede ad Amburgo, viene incontro al governo di Accra e alla compagnia britannica Tullow, che guida il consorzio impegnato nello sviluppo del campo petrolifero, dove sono già stati perforati i pozzi necessari per avviare la produzione a metà 2016.
Era stata la Costa d'Avorio, a febbraio, a chiedere una sospensione delle attività petrolifere del Ghana nell'area contesa in attesa della chiusura della disputa avviata alla fine del 2014 dopo che le trattative non avevano dato alcun risultato. Il tribunale ha convenuto che sospendere le operazioni avrebbe avuto un impatto sull'ambiente, con i pozzi e le attrezzature lasciate andare in rovina. La sentenza, tuttavia, non entra nel merito della questione territoriale, sulla quale è atteso un verdetto nel 2017.