L’Opec+ mette in riga i piccoli Paesi produttori: proseguono i tagli
I Paesi che finora hanno violato le quote di estrazione si sono impegnati ad allinearsi al più presto
L’Opec è riuscita a mantenersi compatta sul taglio della produzione petrolifera e sul rispetto da parte dei piccoli produttori con più difficoltà economiche, accusati di sforare le quote di produzione. I Paesi nel mirino (Iraq, Nigeria e altri), che avrebbero anche provato a incrementare abusivamente gli introiti vendendo sottobanco più greggio di quanto concordato si sono impegnati, nel corso di una riunione, ad allinearsi al più presto, ma a recuperare entro settembre gli arretrati. I tagli di produzione dovrebbero toccare gli 11 milioni di barili al giorno il prossimo mese.
I sauditi avevano già provato a risolvere il problema derivante dal crollo della domanda dovuta al coronavirus facendo crollare deliberatamente i prezzi per mandare a gambe all’aria i produttori americani di shale oil, ma l’operazione non è riuscita. Forse l’unica maniera per correggere questa stortura nell’economia mondiale sarebbe l’ingresso degli Usa nell’Opec+, per contribuire ai tagli concertati; ma Washington ha sempre respinto questa soluzione, perché verrebbe bocciata dalle autorità antitrust americane. La Russia, invece, sembra sia “soddisfatta dei prezzi attuali e creda in un riequilibrio più rapido del mercato petrolifero rispetto ad alcuni componenti dell'Opec", sottolinea un analista di Ubs.