Robin tax, la Corte Costituzionale rinvia a fine marzo la decisione sulla legittimità
Lo si legge nel calendario dei lavori della Consulta; tra i motivi di potenziale contrasto costituzionale, la carenza del presupposto di necessità ed urgenza del provvedimento
L'udienza della Corte Costituzionale sulla legittimità della Robin Tax, già fissata per lo scorso 30 gennaio, è stata rinviata al 27 marzo.
È quanto si legge nel calendario dei lavori della Consulta. A decidere, a suo tempo, per il rinvio al supremo organo dell'addizionale Ires per le società petrolifere introdotta dall'articolo 81 del dl n. 112/2008 fu a suo tempo la Commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia. La vicenda ebbe origine dal silenzio-rifiuto in merito a un'istanza di rimborso della Robin Tax versata da una società per l'anno 2008.
Quest'ultima, pur ritenendo indebita l'imposta in quanto “palesemente viziata da illegittimità costituzionale”, aveva infatti prudenzialmente deciso di procedere al pagamento della somma e poi chiederne il rimborso, onde evitare le conseguenze sanzionatorie dell'omesso versamento. Tuttavia, dopo il “no” del Fisco alla restituzione, la controversia è arrivata ai giudici tributari reggiani, che hanno poi passato la palla a Palazzo della Consulta.
Tra i motivi di potenziale contrasto costituzionale citati nell'ordinanza c'è in primis la carenza del presupposto di necessità ed urgenza del decreto legge (che contrasta con gli articoli 23 e 77 della Costituzione). L'addizionale Ires, infatti, è stata istituita per un tempo illimitato e con carattere di tributo autonomo e ordinario e non, quindi, “per rispondere ad una situazione di fatto improvvisa e straordinaria determinatasi nel mercato degli idrocarburi liquidi e gassosi”.