Lo scenario dell’energia al 14° Italian Energy Summit
Gli esperti e le imprese si sono confrontati sulle prospettive del settore
Diversificare le fonti, riducendo così la dipendenza energetica dagli altri paesi; tagliare il costo dell'elettricità e del gas; creare le infrastrutture: sono queste le tre sfide italiane nel contesto energetico globale. A delinearle è stato Fabrizio Barbaso, vicedirettore generale Dg Energia della Commissione Europea, durante il 14esimo Italian Energy Summit del gruppo 24 Ore. “La dipendenza dell'Unione Europea dalle esportazioni petrolifere - spiega l'esperto - oscilla tra il 53 e 54 per cento”. In questo quadro l'Italia è più a rischio. Barbaso sottolinea come il nostro paese abbia un grado di dipendenza dalle importazioni tra i più elevati in Europa e insiste sulla necessità di “diversificare” le fonti energetiche. Le cifre parlano chiaro: ben 500 miliardi all'anno vengono spesi in Unione Europea per importare energia. Spiega Barbaso: “A livello di prezzi all'ingrosso l'Europa è allineata agli Stati Uniti. In Europa, negli ultimi anni, il prezzo è sceso del 30 per cento. Mentre il prezzo al dettaglio è continuato a salire, del 5 per cento. In Italia però i prezzi al dettaglio salgono più che negli altri paesi”. Il problema è difficile da risolvere, secondo Barbaso, perché l'aumento del prezzo in questo caso è dovuto principalmente “alle tasse e agli oneri del sistema” e non tanto al “funzionamento delle reti o al costo delle reti”. “Non so quanto spazio ci sia nel contesto dell'energia - ammette - a frenare le tasse”. Ma l'Italia, conclude, ha anche “problemi di congestione delle infrastrutture. Solo se li risolverà potrà fare passi avanti in termini di funzionamento e “verso un hub del gas”.
Il commento dell’avvocato Francesco Sciaudone, partner di Grimaldi Studio Legale intervenuto all'Energy Summit: "Serve poco per chiudere il cerchio: la regolazione c'è grazie all'Aeeg e la possibilità di financing pure (vista la liquidità dei mercati finanziari). Stiamo per chiudere la prima operazione di project financing del settore e siamo ottimisti anche nell'affrontare il vero problema del settore: il credit enhancement per le controparti pubbliche e private che riceve impulso con il fondo di garanzia costituito con il dlgs 102/2014".
“Dovremmo confermare le previsioni di fine 2014, che proiettano un ebitda a 130-135 milioni di euro ed è confermato il dividendo a fronte della stima, fatta nel piano industriale, di un pay out al 30%”. È quanto ha affermato Piero Manzoni, amministratore delegato del gruppo Falck Renewables. Manzoni ha spiegato che gli obiettivi di piano dovrebbero essere raggiunti, nonostante un'estate in cui le condizioni del vento “non sono state eccezionali e sono state negative soprattutto in Italia”. Il gruppo Falck Renewables, ha spiegato, punterà con il prossimo piano industriale a diversificare il più possibile il suo business delle rinnovabili, puntando in particolare al solare termodinamico a concentrazione (Csp), una tecnologia innovativa con capacità di accumulo che potrà aprire nuove opportunità alla società controllata dalla famiglia Falck. Manzoni ha sottolineato come "il futuro delle rinnovabili è sempre più legato alla ricerca e all'innovazione tecnologica, intese quali strategie per trasformare le energie rinnovabili da fonti alternative a soluzioni sempre più efficienti e competitive rispetto alle sfide energetiche ed ambientali dell'attuale contesto europeo e mondiale. Noi siamo impegnati in soluzioni all'avanguardia per integrare fonti energetiche rinnovabili diverse tra loro, e proprio dall'ibridizzazione è nato un impianto ad altissima efficienza energetica di cui siamo particolarmente fieri". Commentando poi gli aspetti economico politici del comparto, Manzoni ha concluso sottolineando come "la questione del momento è ovviamente quella dell'approvvigionamento energetico europeo, e i russi hanno già cominciato a ridurre bruscamente i rifornimenti - finora del 45% alla Polonia, del 15% all'Austria e, per valori minori non precisati, alla Germania e alla Slovacchia. Pertanto bisogna mettere ordine nel sistema mondiale ottimizzando la produttività secondo le diverse condizioni geografiche e i modelli di sviluppo economico dei vari paesi. Anche se - ha concluso Manzoni - non è detto che la Russia possa reggere il passo più a lungo dell'Europa. Il Pil russo è solo di pochissimo più grande di quello italiano, la loro economia va peggio della nostra - le sanzioni occidentali mordono - e noi, che non esportiamo principalmente energia, almeno non dobbiamo pagarci una guerra in Ucraina".
Eliminare gli sprechi, utilizzare tecnologie efficienti e adottare fonti rinnovabili sono i tre passi per raggiungere l'efficienza energetica, uno dei tre pilastri della politica europea. “In Italia vi è un'ipotesi di spesa per 40-60 miliardi di euro al 2020 per l'efficienza energetica - ha spiegato Dario Di Santo, managing director di Fire (Italian federation for energy efficiency), nel corso del suo intervento - e, secondo le valutazioni di Enel, è stimato un totale di 2,5-4 milioni di occupati nel settore. Vogliamo cogliere queste opportunità o buttarle? L'efficienza è poco conosciuta e richiede una qualificazione professionale (energy manager). La prima scommessa - ha proseguito - è dunque quella di rispondere a questa esigenza”. L'efficienza infatti, ha spiegato ancora Di Santo, non è solo risparmio di chilowattora per le aziende, e quindi risparmio di costi, ma è soprattutto la capacità di acquisto da parte delle aziende di prodotti con semilavorati a basso impatto e la messa a disposizione di strumenti e competenze per aiutare a capire la sfida futura, “da noi manca proprio questa attenzione ai sistemi di gestione”.
"L'Italia si trova di fronte ad un bivio: ripartire e lasciarsi alle spalle il peso di una crisi economica troppo lunga o restare a guardare le occasioni che passano. E l'efficienza energetica rappresenta uno dei grandi treni da non perdere per il nostro Paese". Non ha dubbi il presidente di Domotecnica, Luca Dal Fabbro, intervenuto nel corso del convegno "Verso la flessibilità degli impianti e le nuove tecnologie. L'efficienza - continua Dal Fabbro - come volàno per l'economia che coinvolge non solo piccole e medie imprese e aziende fornitrici di energia, ma anche famiglie, enti pubblici e privati. Il tutto al fianco di uno sviluppo tecnologico proiettato verso generazioni flessibili e differenziate, in grado di controllare in maniera intelligente i vari flussi di energia e potenza. E in questo contesto grande impulso arriva dai sistemi di accumulo di energia, capaci allo stesso tempo di migliorare l'efficienza, sostenere l'uso di fonti rinnovabili e di gestire in modo differenziato l'energia generata. La grande opportunità fornita dall'efficienza energetica - prosegue Dal Fabbro - passa anche dal miglioramento dell'illuminazione pubblica cittadina e dalla riqualificazione degli edifici statali, degli ospedali e non da ultimo dalle scuole".
Matteo Codazzi del Cesi ha presentato uno studio sul progetto di scenario energetico comune dei 20 paesi della Lega Araba. In sintesi, i concreti benefici del progetto sono: 30% di riduzione prezzo medio dell'energia elettrica, 35 miliardi di dollari di ottimizzazione degli investimenti dei piani nazionali, 110 miliardi di chilowattora l’anno di scambi di mercato transfrontalieri. Lo studio ha avuto lo scopo di per determinare lo scenario ottimale delle interconnessioni elettriche e dei gasdotti ai fini della creazione entro il 2030 di un mercato dell'energia unico per 20 Paesi della Lega Araba. Con una durata di circa 2 anni e messo, la ricerca è stato promossa dal Fondo Arabo per lo Sviluppo Economico e Sociale (AFESD), l'istituzione finanziaria per lo sviluppo dei Paesi Arabi, e ha visto il coinvolgimento delle società elettriche e gas&oil dei paesi coinvolti, nonché dei rispettivi ministeri dell'energia.
Intervenuto alla tavola rotonda sul tema “Le nuove relazioni internazionali. Geo trends economici e ruolo delle dinamiche energetiche”, Luca Alippi, Head of Sales Business Italy di E.ON Italia, ha condiviso con i relatori e gli operatori del settore presenti la visione di E.ON sui principali elementi e sui trend che caratterizzano il settore. Alippi ha sottolineato come una politica energetica europea, che vuole contrastare gli effetti del cambiamento climatico e contribuire a ridare competitività all’economia, deve affrontare il tema della sicurezza degli approvvigionamenti e quindi trovare soluzioni valide per l’integrazione della generazione da fonte rinnovabile nel sistema elettrico. A tale proposito, l’introduzione di mercati della capacità – già introdotti da alcuni Stati Membri – può rappresentare una prospettiva sostenibile, in grado di superare la pressione cui oggi è sottoposta la generazione convenzionale, il cui apporto rimane necessario per la continuità del servizio. Per quanto riguarda invece la salvaguardia dell’ambiente e del clima, per E.ON il rilancio dell’Emission Trading Scheme (ETS), insieme a un nuovo accordo su obiettivi certi e ambiziosi di riduzione delle emissioni al 2030, dovrebbero essere prioritari nell’agenda di politica energetica dell’Europa.