Trivelle. Morrone (Lega): il blocco del Conte bis costringerà le compagnie ad operare all’estero
La risposta sulle concessioni estrattive secondo il parlamentare della Lega porterà un problema occupazionale nel settore estrattivo
"Tutta fuffa e parole in libertà. L'attuale Governo afferma che non cambierà orientamento sulla politica energetica perché sostiene di puntare a obiettivi di sicurezza, competitività, sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica. Ma mettere insieme questi concetti senza collegarli ad azioni concrete e a tempi certi significa non averne un'idea e soprattutto non rispondere alle esigenze dell'economia e dei consumatori". A dirlo è Jacopo Morrone (nella foto), parlamentare della Lega, commentando la risposta data in X Commissione alla Camera a un'interrogazione sul blocco di tutte le concessioni estrattive decise dal governo Conte bis: "L'esecutivo naviga a vista. I fatti sono noti. Il blocco costringerà le grandi aziende che operano nel settore dell'energia a spostare in altri paesi le attività di trivellazione, come evidenziato da ROCA, associazione ravennate dei contrattisti che operano nell'estrazione marittima degli idrocarburi. Negli anni '90 il settore estrattivo occupava solo a Ravenna oltre 10.000 persone che oggi sono diventate a malapena 3.000, a cui vanno aggiunte quelle perdute nell'indotto, con un trend occupazionale in diminuzione se il Governo non cambierà rotta sulle politiche estrattive".
"Il rischio è duplice - prosegue Morrone - : quello di una perdita pesante di competenze e professionalità e quello di consistenti incrementi delle tariffe del gas che graveranno sui consumatori italiani, già tartassati dalle bollette più alte in Europa e secondi solo ai contribuenti svedesi". Di qui la richiesta al Governo di invertire la politica suicida dei “no” che favorirebbe altri paesi europei penalizzando le nostre aziende e di attivarsi per supportare sia le imprese che operano nel settore idrocarburi, sia i consumatori italiani vessati dai rincari delle materie prime e dalla dipendenza energetica che penalizza l'Italia.
"Nella risposta del Governo, dove sono riportate le precisazioni del ministro grillino Stefano Patuanelli, si citano le azioni contenute nel Piano nazionale integrato energia e clima e quelle delineate nel Def, come la riduzione strutturale della dipendenza da fonti fossili di importazione, la valorizzazione delle energie rinnovabili e la realizzazione di infrastrutture energetiche necessarie ad ampliare i mercati, anche in materia di gas e GNL, puntando sull'innovazione in tutti i settori di uso dell'energia. Tutti propositi con basi d'argilla che, se mai saranno attuati, e già questo è tutto da vedere, tarderanno decenni. Intanto le tariffe continueranno a crescere e l'Italia perderà posizioni e know-how". L'interrogazione presentata in Aula era stata sottoscritta, oltre che da Morrone, anche dal senatore Carlo Piastra.