Trivelle. Referendum: depositati 2 conflitti di attribuzione. Approfondimento Croazia
Il piano di Zagabria punta sulle rinnovabili, stop ai giacimenti e alle centrali termoelettriche
"Dopo che la Corte costituzionale ha dato il via libera al quesito referendario sulle trivelle in mare, sono stati depositati due conflitti di attribuzione dinanzi alla Consulta su altri due quesiti referendari che la Cassazione aveva ritenuto superati dalle norme proposte dal Governo e approvate dal Parlamento: piano delle aree per ricerca ed estrazione di idrocarburi e doppio regime per il rilascio dei titoli". Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza (Pd), che coordina l'attività delle Assemblee legislative proponenti.
Lacorazza "insiste - è spiegato in un comunicato - sulla proposta dell'election day: pagare di più per far partecipare di meno. Sarebbe questa logica a guidare la scelta di non far votare nello stesso giorno per il referendum sulle trivelle in mare e per il primo turno delle elezioni amministrative. In questo momento bruciare 300 milioni per provare (e comunque non ci si riuscirà) a non far raggiungere il quorum è uno schiaffo alla povertà e alle emergenza sociali. Il tema energetico e la collaborazione tra istituzioni della Repubblica sono così rilevanti da favorire la partecipazione e la scelta tra il si e il no, non tra il si e il non voto".
Come anticipato da e-gazette, la Croazia intende proclamare una moratoria al progetto di esplorazione ed estrazione degli idrocarburi, gas e petrolio, nell'Adriatico. Il premier Tim Oreskovic, dopo la presentazione del programma di governo lo scorso 22 gennaio, ha ricordato che “l'Adriatico è un mare quasi chiuso" e punta su una radicale revisione "green" della politica energetica nazionale, con lo stop alla costruzione di centrali termoelettriche, il rilancio delle energie rinnovabili e la ristrutturazione della compagnia elettrica statale Hep, che forse prelude alla sua privatizzazione.
Secondo la direttrice dell'Agenzia croata degli idrocarburi, Barbara Doric, i progetti delle compagnie petrolifere nella parte croata dell’Adriatico sono nella loro fase embrionale e che eventuali pretese risarcitorie da parte delle società dell'Oil & Gas non avrebbero alcun fondamento giuridico.
"La Croazia pensa a salvare le proprie coste e l'Adriatico. In Italia nel 2012 si usò il pretesto di tutelare il legittimo affidamento per salvare decine di progetti e per salvaguardare gli interessi delle compagnie petrolifere", avverte Federico Cuscito del Coordinamento Nazionale No Triv.