Via dal petrolio. I Rockefeller abbandonano i combustibili fossili
Le autorità Usa contro ExxonMobil e Chevron: gli azionisti possono esprimersi sui cambiamenti climatici
Un fondo gestito dai discendenti del magnate del petrolio John D. Rockefeller - il fondatore della Standard Oil, poi diventata S.O., poi Esso e successivamente Exxon - ha annunciato l'intenzione di abbandonare lo sfruttamento dei combustibili fossili, criticando il colosso energetico statunitense ExxonMobil per “condotta moralmente riprovevole”, in quanto la compagnia petrolifera è oggetto di indagine da parte del procuratore generale di New York per il sospetto che abbia mentito al pubblico e agli investitori, manipolando i risultati degli studi sugli effetti dei cambiamenti climatici.
La decisione del fondo segue una mossa simile da parte del più grande Rockefeller Brothers Fund, che ha annunciato nel mese di settembre 2014 che si sarebbe gradualmente allontanato dagli investimenti nel settore.
“Mentre la comunità internazionale lavora per eliminare l'uso di combustibili fossili, non ha molto senso - finanziariamente o eticamente - continuare a tenere gli investimenti in queste aziende”, ha fatto sapere il fondo in un comunicato stampa.
La questione è molto complessa e dibattuta all'interno di ExxonMobil e Chevron, soprattutto perché coinvolge un tema diventato centrale negli ultimi anni: l'ambiente. A cercare di fare chiarezza è intervenuta la Securities and Exchange Commission (Sec), la Consob statunitense, che ha chiesto alle due compagnie di permettere ai suoi azionisti di votare risoluzioni su come valutare l'impatto di nuove leggi ambientali sulle attività delle aziende. Una posizione in netto contrasto con quella dei due colossi che invece da tempo si oppongono alla possibilità, tanto che la questione è finita davanti a un tribunale.
Sia ExxonMobil che Chevron sostengono che questi temi siano troppo complessi per sottoporli agli azionisti. Chevron avrebbe chiesto alla Sec di bocciare la richiesta per un motivo economico: richiederebbe infatti di diffondere dati interni e analisi che potrebbero essere utili ai gruppi concorrenti. Prima della decisione della Sec, i due colossi petroliferi avevano cercato di convincere Washington a non permettere il voto interno su questi temi, come invece chiedono gli ambientalisti e alcuni fondi pensionistici in California e nello Stato di New York. Adesso la decisione della Sec dovrebbe portare a un voto sulla questione da parte degli azionisti, che potrebbe arrivare questa primavera. In passato la maggioranza degli azionisti aveva votato compatta dalla parte delle aziende.