Ecco perché la filiera della carta in Italia è un settore strategico da 31 miliardi di fatturato
Aumentano i volumi d’affari sulla scia del caro-energia. Si sono tenute le assemblee di Assocarta e Federazione Carta e Grafica
Una filiera strategica per l’economia circolare del Paese da oltre 31 miliardi di fatturato, in aumento del 24,4% rispetto al valore già in crescita del 2021 (25,3 miliardi di euro; +15,5% rispetto al 2020) mentre il saldo della bilancia commerciale con l’estero si è confermato positivo per 4 miliardi di euro. Sono i dati principali dei comparti delle aziende di Acimga (macchine per grafica e cartotecnica), Assocarta (carta e cartone) e Assografici (stampa, cartotecnica e trasformazione, imballaggio flessibile) le cui assemblee annuali si sono svolte la scorsa settimana.
Il settore in pillole
Per un settore energy intensive come quello cartario, il 2022 – è stato detto nel corso dell’assemblea pubblica di Assocarta - è stato un anno complesso dove il caro energia ha condizionato fortemente l’attività produttiva: i volumi, che nel primo semestre segnavano +1,4%, da luglio 2022 hanno visto una inversione di tendenza perdendo il 19,7% nel secondo semestre (dati 2022/2021).
“La sfida è, quindi, recuperare la quota di produzione di carta e cartone erosa da perdita di competitività per caro energia, destoccaggio e inflazione, coda lunga della pandemia. In attesa di una politica energetica europea e di interventi strutturali, chiediamo al Governo di proseguire con crediti di imposta che possano aiutare, in questa fase recessiva, la simmetria energetica con i nostri concorrenti e il cammino verso la decarbonizzazione. Occorre, poi, dare attuazione a misure strutturali come la gas release e la green electricity release per gli energivori” afferma Lorenzo Poli, amministratore delegato di Assocarta, che così prosegue: ”I risultati del 2022 sono stati generati dalla temporanea fermata di alcuni impianti a causa dei forti rincari di gas (il cui costo incide sul fatturato per oltre il 30% rispetto al 4,2% del 2020), energia elettrica e materie prime fibrose, ma anche dal progressivo rallentamento dell’economia e dalla perdita di competitività nei confronti di Paesi con costi energetici più bassi come Germania e Francia, oltre quelli extra UE (il gas europeo costa sei volte quello USA), che hanno avvantaggiato l’import, in aumento del 15,5% nel 2022/2021”. I primi tre mesi del 2023, rispetto al pre-pandemia del 2019, confermano un calo della domanda di carta dell’11,6% e della produzione del 15,4% con carte per imballaggio (rispettivamente +0,1%, -1.1%) e per uso igienico sanitario (rispettivamente +0,3%, 0,1%) più o meno in tenuta, e un forte calo delle carte per usi grafici (rispettivamente -42,7% -53,7%).
La seconda industria europea
L’Italia a livello europeo (10,3% dei volumi dell’area,) è seconda solo alla Germania. Le cartiere italiane hanno fortemente investito sulla sostenibilità, sul riciclo e sulla raccolta della carta (grazie al Comieco, su 11 milioni di tonnellate di imballaggi riciclati ogni anno, circa 4,5 milioni sono fatti di carta e rappresentano il motore rinnovabile dell’economia circolare italiana) che sono il fiore all’occhiello del Made In Italy ma anche del Made in Europe. L’utilizzo della carta da riciclare nella produzione si coniuga perfettamente con l’utilizzo di fibre vergini certificate (PEFC, FSC), che garantiscono la provenienza da foreste gestite in modo sostenibile. Il settore si conferma al secondo posto in Europa come riciclatore, dopo la Germania. Nell’imballaggio il riciclo supera l’80%, oltre l’obiettivo (75% al 2025) previsto dalla normativa comunitaria. “Grazie a rinnovabilità e riciclo il consumatore europeo predilige (55%) gli imballaggi in carta (dato TwoSides 2023)” commenta Poli.
Congiuntura negativa e primati di carta e grafica
A seguire, il neoeletto Presidente Michele Bianchi e il Vice Presidente Daniele Barbui hanno approfondito le dinamiche congiunturali della filiera di carta e grafica. La Federazione rappresenta una filiera chiave nella transizione energetica, ecologica e digitale e genera l’1,6% del PIL italiano, impiegando oltre 162.000 addetti diretti in 16.369 imprese. “Per una lettura oggettiva del fatturato della filiera nel 2022 - 31 miliardi di euro - occorre, però, sottolineare che la crescita del valore sconta gli effetti inflattivi dei forti aumenti dei prezzi dei prodotti cartari - e di conseguenza dei prodotti grafici, dell’imballaggio e cartotecnici – resi necessari per tentare di recuperare, almeno in parte, gli ingenti rincari del gas, dell’energia, delle materie prime fibrose e dei trasporti” spiega il Presidente Michele Bianchi. “I primi mesi 2023 vedono uno scenario in peggioramento. Alla base di ciò – prosegue Bianchi - le preoccupazioni delle imprese della filiera per il rallentamento macroeconomico, che sta incidendo negativamente sulla domanda dei prodotti della filiera e, quindi, sull’attività produttiva”.
Le difficoltà della congiuntura non intaccano però i primati. La produzione di carta igienica sanitaria italiana è la prima in Europa e la seconda nel mondo. L’industria italiana delle macchine per printing e converting è la terza a livello globale, mentre l’industria grafica italiana è seconda in Europa, dopo la Germania. Infine, l’industria cartotecnica trasformatrice si piazza al secondo posto, a livello europeo, per fatturato, dopo la Germania.
“I primati della filiera - afferma Daniele Barbui Vicepresidente della Federazione - sono il migliore biglietto da visita del nostro Made In Italy. Sui mercati internazionali si registra infatti la migliore tenuta dei fatturati e degli indici di ordinativi, anche in questi primi mesi del 2023. In un contesto globale dove si cercano soluzioni innovative e sempre più sostenibili, l’”habitat federativo” è certamente un vantaggio competitivo che va sostenuto anche dal mantenimento di quelle misure di Industry 4.0 che, negli ultimi anni, hanno contribuito alla trasformazione delle nostre imprese ed alla crescita della loro competitività”.