Un mare di plastica. Le Arpa di Toscana, Liguria e Sardegna si alleano per ripulire le acque
Arpat capofila del progetto Epic-Un mare privo di plastica cofinanziato dal Programma Interreg Marittimo Francia-Italia; 16 i partner di cui 6 francesi. Alla ricerca di pneumatici sul fondale del porto di Marina di Pisa e di reti da pesca abbandonate sui fondali della Sardegna
La presenza di rifiuti plastici interessa fortemente anche il mar Mediterraneo ed è importante intercettare e recuperare questo materiale prima che si trasformi in micro-plastica. Questo è l’obiettivo del progetto internazionale Epic, cofinanziato per circa 5,6 milioni di euro dal Programma Interreg Marittimo Francia-Italia, di cui Arpat è capofila e che vede coinvolti 16 partners, francesi (Region Sud e Corsica) e italiani (Sardegna, Liguria e Toscana). Tra i partner sono presenti gli enti responsabili delle politiche di settore (Regioni), le agenzie regionali ambientali, ma anche università e enti di ricerca, oltre a organizzazioni no-profit.
Obiettivi
Tra gli obiettivi di Epic per i prossimi quattro anni vi è la definizione di un sistema transfrontaliero di buone pratiche per gestire il processo di individuazione, recupero, raccolta, smaltimento e riutilizzo delle plastiche ritrovate in ambiente marino, sottomarino, nei fiumi e nei porti, e per sviluppare l’economia circolare di settore. Verranno create occasioni di confronto tra i partner, messe a sistema le buone pratiche esistenti ed individuate soluzioni ottimali condivise. Partendo dallo stato attuale delle conoscenze sul recupero e riciclo dei rifiuti dispersi in mare e negli alvei fluviali, si arriveranno a definire protocolli condivisi applicabili negli ambiti di riferimento dei diversi territori dell’area di cooperazione.
Epic, oltre a sviluppare azioni concertate e transfrontaliere per la promozione dell’economia circolare, intende anche introdurre innovazioni tecnologiche per contrastare il fenomeno delle macro-plastiche disperse in mare.
Il ruolo di Arpat
Oltre al ruolo di coordinatore dell’intero progetto, Arpat sarà impegnata anche in specifiche attività tecniche, in particolare: analisi della situazione attuale e individuazione dei punti di maggior accumulo di macro-plastiche in mare, attraverso l’analisi di dati rilevati con sistemi satellitari, integrati con dati raccolti da droni aerei e computati con sistemi di intelligenza artificiale; prelievi e misure di verifica delle zone di accumulo delle plastiche galleggianti nelle acque toscane e lungo le principali direttrici di trasferimento dalle foci dei principali fiumi toscani verso il largo; prelievo delle plastiche rinvenute per la successiva quantificazione e classificazione in base a dimensioni, colore, tipologia di materiale, stato di degrado ed eventuale composizione; immersioni per verificare lo stato delle praterie di Posidonia oceanica nei pressi delle zone di accumulo e lungo le principali direttrici di trasferimento delle plastiche nelle acque costiere della Toscana, con particolare riferimento a quelle dell’area marina protetta Secche della Meloria, antistante la costa pisana e livornese.
Arpat si occuperà anche dei rifiuti dispersi sulle coste e sulle spiagge attraverso la caratterizzazione delle plastiche, svolgerà attività di informazione nei confronti del pubblico in collaborazione con alcuni partner (tra cui anche l'associazione ambientalista Legambiente); è prevista, inoltre, anche la collaborazione con il Comune di Pisa per il recupero di pneumatici nel porto di Marina di Pisa e di reti da pesca abbandonate sui fondali marini, in particolare lungo le coste della Sardegna.