A2A, ecco che cosa prevede il piano industriale e com’è andata nel 2023
Investimenti per 22 miliardi in 12 anni. Il piano strategico 2024-2035 estende gli obiettivi di crescita industriale mettendo al centro la transizione ecologica. Approvati anche i conti 2023
La transizione ecologica è nuovamente al centro della strategia di A2A, con i due pilastri economia circolare e transizione energetica che guidano un piano di investimenti da 22 miliardi di euro in dodici anni, focalizzato su infrastrutture, persone e imprese, decarbonizzazione e sviluppo future-fit. Lo evidenzia il nuovo piano strategico 2024-2035 che rilancia e estende gli obiettivi di crescita industriale del gruppo approvato dal cda. “Presentiamo un nuovo piano industriale che traguarda il 2035, anno chiave in Europa per la transizione ecologica. Il gruppo ha dimostrato la capacità di raggiungere importanti obiettivi industriali ed economici, in anticipo rispetto a quanto previsto nel primo Piano decennale presentato nel gennaio del 2021. Forti di questi risultati abbiamo scelto un orizzonte più ampio, per definire un traguardo intermedio rispetto al net zero del continente al 2050. Abbiamo aumentato gli investimenti a 22 miliardi, di cui il 44% destinati a business con bassa volatilità, per infrastrutture dedicate all’Economia circolare e alla Transizione energetica che si confermano i pilastri della nostra strategia,” commenta Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A. “ Il nostro obiettivo è continuare a contribuire al processo di decarbonizzazione del Paese attraverso investimenti concreti per sostenere l’elettrificazione dei consumi, lo sviluppo delle rinnovabili, la chiusura del ciclo dei rifiuti e migliorare l’efficienza del ciclo idrico”.
Bilancio 2023
Nel 2023 i ricavi del gruppo sono risultati pari a 14.758 milioni di euro, in contrazione del 36% rispetto all’anno precedente (23.156 milioni di euro). La variazione è sostanzialmente riconducibile per oltre l’80% al calo dei prezzi energetici e per la restante parte ai minori volumi venduti ed intermediati sui mercati all’ingrosso parzialmente compensati dalle maggiori quantità vendute nel settore retail. I costi operativi si sono attestati a 11.972 milioni di euro, in riduzione del 43% rispetto all’anno precedente.
Il margine operativo lordo si è attestato a 1.971 milioni di euro, in crescita del 32%, +473 milioni rispetto all’esercizio precedente (1.498 milioni di euro). Al netto delle partite non ricorrenti (+41 milioni nel 2023, +10 milioni di euro nel 2022), il margine operativo lordo ordinario è risultato pari a 1.930 milioni di euro in aumento del 30% rispetto al 2022 (1.488 milioni di euro) grazie alle ottime performance della business unit generazione & trading e della business unit mercato. Il risultato operativo netto si attesta a 1.017 milioni di euro, +49% rispetto al 2022. Tale variazione è riconducibile all’aumento del margine operativo lordo e a: incremento degli ammortamenti, 79 milioni di euro, relativi principalmente agli investimenti effettuati dal gruppo nel 2023 maggiori accantonamenti netti per 59 milioni di euro. Per le dinamiche sopra esposte, l’utile netto ordinario di pertinenza del gruppo risulta pari a 635 milioni di euro, in crescita del 67% rispetto all’esercizio precedente (380 milioni di euro al 31 dicembre 2022). L’utile netto di pertinenza del gruppo risulta pari a 659 milioni di euro in aumento di 258 milioni rispetto all’anno precedente (401 milioni di euro).
Infine, gli investimenti effettuati nel 2023 sono stati pari a 1.376 milioni di euro (+11%, rispetto all’anno precedente) e hanno riguardato per oltre il 60% interventi di sviluppo finalizzati al miglioramento della qualità e al potenziamento delle reti di distribuzione elettricità a supporto di una progressiva elettrificazione dei consumi, alla crescita degli impianti eolici e fotovoltaici, allo sviluppo degli impianti di generazione del gruppo.
La straordinaria performance degli ultimi tre anni
Il precedente piano 2021-2030 – si legge in una nota - ha accelerato la crescita industriale del gruppo, segnando un importante cambio di rotta rispetto al passato e traguardando obiettivi economici superiori alle attese. I capex medi annui dei primi tre anni del Piano sono stati oltre il doppio di quelli del periodo 2018-2020 (1,6 vs. 0,7 miliardi di euro), nel 2023 L’ebitda ordinario è cresciuto a oltre 1,9 miliardi di euro (+63% vs. 1,2 miliardi di euro del 2020) e l’utile netto ordinario si è attestato a 0,6 milioni di euro (+90% vs. 0,3 milioni di euro del 2020). I target economici raggiunti sono il risultato dello sforzo industriale e commerciale che ha portato A2A, nel triennio 2021-2023 a crescere e a superare quanto previsto nel primo Piano decennale su numerosi KPI di business, tra cui la base clienti (da 2,9 del 2020 a 3,5 milioni di clienti del 2023 e +0,2 milioni vs. 2023P1 ), la capacità di generazione di energia da fonti rinnovabili (da 0,1 del 2020 a 0,6 GW del 2023 e +0,2 GW vs. 2023) e la riduzione del valore delle perdite di rete nel ciclo idrico (da 20,2 del 2020 a 16,7 m3/km/gg del valore pianificato nel primo piano decennale 2021-30, presentato a gennaio 2021, meno dei 18,3 previsti per il 2023 ).
Rilancio dell’ambizione sui pilastri green
L’impegno industriale vale 22 miliardi di investimenti portando a fine piano ’ebitda associato ai business dell’Economia circolare a 1 miliardo di euro e quello generato in ambito Transizione energetica a oltre 2,2 miliardi di euro. Il Piano presenta importanti elementi di concretezza con oltre il 70% dei capex previsti entro il 2030 già autorizzato o in corso di realizzazione da parte del gruppo. Inoltre, il 78% degli investimenti risulta ammissibile al regolamento Ue sulla tassonomia. Tra i quali: sviluppo fonti rinnovabili, ccus, capacity market e accumuli, reti elettriche, e-mobility, recupero materia ed energia, idroelettrico, ciclo idrico. Nell’ambito dell’economia circolare, il gruppo prevede circa 6 miliardi di euro di investimenti, destinati al trattamento e chiusura del ciclo dei rifiuti, al ciclo idrico integrato e al teleriscaldamento. A2A mira a rafforzare la propria leadership nazionale nel settore ambientale attraverso il potenziamento e la realizzazione di nuove infrastrutture per i rifiuti urbani e industriali, arrivando a trattarne oltre 7 milioni di tonnellate al 2035 (da 5,5 milioni nel 2023) grazie a circa 4 miliardi di nuovi investimenti. Al continuo impegno del gruppo per azzerare il conferimento in discarica, si aggiunge l’obiettivo di favorire la chiusura del ciclo dei rifiuti con la loro trasformazione in prodotti end-ofwaste nelle filiere di legno, plastica, ceneri, vetro, carta e compost. Un’ulteriore linea di sviluppo del nuovo piano riguarda il trattamento dei rifiuti industriali che, grazie a un nuovo modello commerciale e operativo integrato e digitalizzato, permetterà di incrementare il trattamento di tali rifiuti a 2,4 milioni di tonnellate a fine piano (da 1,1 milioni di tonnellate nel 2023) grazie ad investimenti per circa 1,4 miliardi. Elemento centrale nel nuovo piano si conferma la tutela della risorsa idrica, su cui il gruppo ha investito molto negli ultimi anni (130 euro per abitante servito nel 2023, circa il doppio della media italiana registrata nel biennio 2022-23). I 700 milioni di euro previsti in arco piano, porteranno la rab e l’ebitda del comparto rispettivamente a 1 miliardo di euro (da 0,5 miliardi di euro nel 2023) e a oltre 100 milioni di euro al 2035.
L’impegno di A2A per la transizione energetica si concretizza con 16 miliardi di euro di investimenti per favorire l’elettrificazione dei consumi e lo sviluppo della rete di distribuzione elettrica, delle rinnovabili e dell’energia flessibile. Nel comparto della distribuzione elettrica, A2A concretizzerà un’importante crescita dimensionale attraverso un’operazione straordinaria da ca. 1,2 miliardi di euro, per l’acquisizione di gran parte della rete della provincia di Milano e, nel bresciano, della Valtrompia: 17 mila chilometri di rete elettrica, su cui sono dislocati 800 mila POD e 60 cabine primarie. L’operazione risulta particolarmente strategica per il gruppo, in quanto focalizzata su asset future-fit in linea con la Tassonomia UE, in territori contigui a quelli già gestiti e in cui è possibile attivare sinergie operative. L’operazione permetterà, inoltre, di realizzare maggiori investimenti per circa 1,4 miliardi di euro entro il 2035 sulla rete di distribuzione elettrica.