Acque sporche – Le mani dei casalesi sulla depurazione
Indagine della procura di Caserta: sempre più chiaro l’intreccio tra aziende e camorra. Sequestrata la Eco-Art di Cesano Maderno (Monza)
Dalle commesse con la società Asia di Napoli, che gestisce la raccolta dei rifiuti, fino a Pasquale Pirolo, faccendiere del clan dei Casalesi. Il legame è chiaro per i magistrati che indagano sull’infiltrazione della camorra nel settore della depurazione delle acque e lo smaltimento del polifenolo, attraverso una cessione fiduciaria di terreni a Rodi Garganico (Foggia), allo stesso Pirolo da parte di Alvaro Giardili, l’ex braccio destro di Francesco Pazienza (uomo che ha un ruolo in vicende come la morte di Roberto Calvi).
Tutto è raccontato dai giudici casertani nel provvedimento di sequestro della Eco-Art, srl con sede legale a Cesano Maderno, in provincia di Monza, che porta nell’oggetto sociale “attività di bonifica ambientale”.
Un intreccio di aziende è al centro di tutta la vicenda della depurazione “sporca”. Nell’ambito delle indagini svolte dalla questura di Caserta, è emerso che nel 2009 una società finita sotto indagine, la Sip – Società italiana polveri – ottenne una commessa dall’Asia per il rewamping di un vecchio impianto che era stato fornito dalla Ctida presso un deposito di Secondigliano (Napoli). Nell’ordinanza di sequestro si parla anche delle dichiarazioni che avrebbe reso un imprenditore e avvocato che sponsorizza impianti sviluppati da ricercatori dell’università di Modena per la depurazione della acque reflue o contaminate. La criminalità organizzata, stando all’avvocato, aveva cercato di impossessarsi del brevetto di depurazione delle acque. E racconta come nel 2009 Pasquale Pirolo fa intravedere la possibilità, tramite i suoi contatti, di aprire un “mercato” in Campania per la fornitura di impianti di depurazione delle acque, destinati soprattutto ai caseifici.