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Arrestato il vice presidente di Iren. La multiutility: “Siamo parte lesa”

where Parma when Lun, 21/01/2013 who michele

Luigi Giuseppe Villani è in carcere dalla scorsa settimana insieme all’ex sindaco di Parma Pietro Vignali (Pdl). Un “forziere” di denaro illegale alimentato da Enìa, poi confluita in Iren, e dallo stesso comune avrebbe finanziato le campagne elettorali

Il vice presidente di Iren, Luigi Giuseppe Villani, è stato arrestato la scorsa settimana insieme all’ex sindaco di Parma, Pietro Vignali (Pdl), e ad altre due persone nell’ambito di un’inchiesta della procura di Parma per corruzione e peculato. “È stato costruito un vero sistema di potere, commettendo una serie di illeciti attraverso intrecci di relazioni tra soggetti pubblici e privati”, ha spiegato durante una conferenza stampa il procuratore capo di Parma, Gerardo Laguardia.
Nell’inchiesta figurano 17 indagati – dal patron di Parmacotto all’ex ad di Infomobility, la società che riscuote le multe per conto del comune – e sono stati sequestrati beni per 3,5 milioni di euro. Le Fiamme Gialle hanno effettuato anche diverse perquisizioni.
Oltre all’ex sindaco e a Villani, che è stato coordinatore provinciale del Popolo delle libertà, sono finiti agli arresti domiciliari anche Andrea Costa, ex presidente del cda e consigliere delegato di Stt Holding (di cui l’amministrazione di Parma è socio di maggioranza) e Alfa, e Angelo Buzzi, editore, consigliere e presidente del cda di Iren Emilia.
La "solita" Sws - In una nota, Iren – multiutility nata dalla fusione tra Iride e Enìa – ha detto di ritenersi parte lesa e ha ribadito la “totale estraneità ai fatti contestati ai soggetti coinvolti”, dando mandato ai legali per l’eventuale tutela dei propri interessi e della propria immagine.
“Le investigazioni hanno fatto emergere la propensione a delinquere dei soggetti coinvolti – spiega un comunicato della Guardia di finanza – che hanno distratto somme di denaro pubblico a proprio beneficio ed a beneficio di imprenditori e professionisti compiacenti”. Gli inquirenti hanno identificato nella società Sws – i cui vertici erano già finiti nel mirino dell’inchiesta Green Money della procura nel 2011 – un “forziere” alimentato da Enìa (poi confluita in Iren) e dallo stesso comune per avere liquidità immediatamente disponibile.
Soldi per le campagne elettorali - Secondo la procura, la campagna elettorale di Vignali sarebbe stata sovvenzionata “per un ammontare non inferiore a 600mila euro nei vari anni” da Enìa e dall’amministrazione comunale attraverso il finanziamento di Sws, che provvedeva a pagare tutte le fatture relative all’attività e alla promozione di Vignali.
Per gli inquirenti, che stimano danni all’erario per milioni di euro, sarebbe stata garantita la nomina a consigliere di amministrazione di Iren e a presidente del cda di Iren Emilia di Buzzi – editore del quotidiano locale “Polis” – per ottenere una favorevole linea editoriale del giornale, considerato “una spina nel fianco” perché favorevole all’ex sindaco. Il procuratore ha aggiunto che il sistema puntava al controllo di interi settori pubblici “tramite nomine e incarichi a persone fidate”.

 

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