La bolletta secondo Matteo - Via libera al decreto per il taglio del 10% del costo dell’energia alle imprese
Il provvedimento contiene misure per erogare oltre un miliardo e mezzo sotto forma di incentivi fiscali per favorire gli investimenti produttivi e la capitalizzazione d’azienda. Di essi, 900 milioni proverranno dal taglio delle bollette elettriche, la rimanenza da interventi che saranno attuati con atti di indirizzo per l'Autorità per l'Energia
È stato presentato in settimana il decreto che dovrebbe tagliare le bollette elettriche alle piccole imprese e che contiene, tra l’altro, il cosiddetto spalma-incentivi delle rinnovabili. Il provvedimento contiene misure per erogare oltre a un miliardo e mezzo sotto forma di incentivi fiscali per favorire gli investimenti produttivi e la capitalizzazione d’azienda, provenienti per lo più da tagli alla bolletta: in realtà, le misure sulle bollette contenute in questo decreto varranno circa 900 milioni, mentre la rimanenza sarà ottenuta grazie a interventi da attuare con atti di indirizzo dell'Autorità per l'Energia. A beneficiarne saranno soprattutto le imprese - circa 700mila soggetti -, che assorbiranno il 70% dei risparmi complessivi. Le misure sono infatti mirate a ridurre gli oneri per gli utenti in media tensione e per quelli in bassa tensione con potenza impegnata maggiore di 16,5 kW.
Spalma-incentivi - Lo spalma-incentivi prevede un allungamento - su base volontaria - di quattro anni (da 20 a 24) del periodo di incentivazione per gli impianti fotovoltaici sopra i 200 kWp (il provvedimento interessa 8.600 soggetti su un totale di circa 200.000 operatori, che percepiscono però il 60% degli incentivi). Il tutto scatta dal 1° gennaio 2015; l’allungamento del periodo sarà senza interessi, ma offrirà la possibilità accedere a finanziamenti garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti. Gli operatori potranno scegliere di rifiutare la rimodulazione, ma in quel caso perderanno il 10% dell'incentivo.
Oneri sull’autoconsumo - C'è poi l'intervento sull'autoconsumo: si dispone che si paghino, in parte, gli oneri di sistema anche sull'energia autoconsumata prima del contatore, sia in SEU (Sistemi efficienti di utenza) che in RIU (Reti interne di utenza). A differenza di quanto previsto dalla bozza entrata in CdM venerdì 13 giugno, la percentuale di oneri dovuta sarà del 5% per tutti gli impianti entrati in esercizio fino al 31 dicembre 2014, mentre dal 2015 sarà del 10% per i sistemi che ricevono incentivi sull'energia prodotta e del 5% per i SEU non incentivati. Gli aumenti dovrebbero colpire solo quelli che verranno realizzati nel 2015.
Sconti per ferrovie e isole minori - C'è poi l'intervento che riguarda gli sconti alla Ferrovie dello Stato, che non si applicherà più ai servizi commerciali, come alta velocità e merci, resi a condizioni di mercato. Lo sconto rimarrà per i treni “pubblici” del servizio universale. Lo sconto che hanno le Fs era stato pattuito nel ’63 con la nazionalizzazione,quando le centrali delle Ferrovie furono incamerate dalla nascente Enel. Altro taglio quello agli sconti per i dipendenti delle società elettriche. Infine, si inizia ad eliminare lo spreco dei sistemi elettrici delle isole minori: l'Aeeg entro 60 giorni dall'emanazione del decreto dovrà adottare una revisione della regolazione dei sistemi elettrici integrati insulari basata su sostenibilità economica e ambientale.
Altri interventi passeranno dall’Autorità - Ma non finisce qui, perché ora il compito di eliminare sprechi e regalie è affidato a una serie di atti d’indirizzo destinati all’Autorità che dovrà intervenire sui temi come i benefici derivanti dalla riduzione dell'interrompibilità per i grandi consumatori di energia, una possibile introduzione dei prezzi negativi alla Borsa elettrica, gli interventi contro abusi di potere di mercato, l'intensificazione dei controlli sugli incentivi, la riduzione dei colli di bottiglia sulla rete. È prevista infine l’eliminazione dei sussidi alle centrali a olio.