E.On smentisce voci di cessione o sbarco in Borsa delle reti elettriche
Entro l’inizio 2017 la società guidata da Teyssen deve trovare 2 miliardi per uscire dal nucleare
Il colosso energetico tedesco E.On ha smentito le indiscrezioni di stampa sul possibile scorporo di parte delle reti elettriche in vista di una cessione a investitori o del collocamento in Borsa. “All'assemblea dei soci abbiamo ricevuto dal 97% dei nostri azionisti il via libera alla nostra strategia basata sui tre settori delle reti, delle fonti energetiche alternative e delle soluzioni per la clientela - ha commentato un portavoce del gruppo - e questa strategia sarà attuata in modo coerente”. Secondo un articolo del settimanale Wirtschaftswoche, la possibile cessione o quotazione in Borsa di parte delle reti elettriche sarebbe un piano del ceo, Johannes Teyssen, che starebbe valutando varie opzioni a causa delle previsioni di rendimenti in calo per le reti nei prossimi anni e dei maggiori costi per l'uscita dal nucleare. Per l’inizio del 2017 E.On deve, infatti, versare 10 miliardi nelle casse pubbliche come contributo al fondo per la gestione dell'uscita dal nucleare, su cui mancano però ancora i decreti attuativi, ma gli accantonamenti finora approntati per questa voce sono pari a 8 miliardi. Il portavoce ha, comunque, sottolineato che eventuali "misure di capitale" sono sempre possibili "esclusivamente" per coprire il previsto contributo al fondo per il nucleare.