Israele taglierà l’elettricità ai Palestinesi per due ore al giorno
Per Gerusalemme è una misura contro debiti non pagati per 450 milioni di dollari. Per l’autorità palestinese si tratta di una misura messa in atto contro l’accusa di crimini di guerra
La compagnia elettrica di Stato israeliana vuole ridurre le forniture di energia ai palestinesi della Cisgiordania. L'azienda ha motivato la decisione come forma di tutela contro la morosità della popolazione vantando un credito complessivo di 450 milioni di dollari. Ma la mossa israeliana viene vista da parte palestinese come l'ultima di una serie messe in campo dallo Stato ebraico sull'onda della tensione diplomatica con l'Autorità nazionale palestinese. L’Anp ha infatti richiesto l'adesione alla Corte penale internazionale con l'obiettivo di chiamare in causa Israele per eventuali responsabilità in crimini di guerra e contro l'umanità.
L'elettricità sarà tagliata, ha riferito l'azienda, “un'ora al mattino e un'ora la sera. La misura resterà in vigore finché l'Anp non comincerà a pagare il proprio debito”. “È una decisione ingiusta e una punizione collettiva”, ha commentato la compagnia privata palestinese che riceve elettricità dagli israeliani per poi girarla alle abitazioni nei Territori occupati.
Il provvedimento deve, però, passare al vaglio del governo di Benjamin Netanyahu. La compagnia elettrica aveva già tentato diverse volte di varare una misura analoga ma dal premier israeliano era arrivato un freno. E potrebbe bastare a Netanyahu l'aver congelato a gennaio i fondi palestinesi provenienti dal pagamento delle tasse.