La lettera. Ambientalisti scrivono alla Ue: basta nucleare, più sussidi alle rinnovabili
Alcune ong hanno scritto una lettera aperta alla vicepresidente Ue, Teresa Ribera, e al commissario all’energia, Jan Jørgensen, nella quale chiedono condizioni di parità nei mercati europei dell'energia e una nuova valutazione del rischio nucleare a livello europeo
Da una eterogenea schiera di organizzazioni ambientaliste e comitati anti-nucleare (tra cui i francesi di Réaction en Chaine Humaine Rech, gli austriaci di Mütter gegen Atomgefahr, o i danesi di Noah, Friends of the Earth e tante altre sigle) si alza la protesta contro l’energia atomica e per il sostegno alle rinnovabili. Alcune ong hanno scritto una lettera aperta alla vicepresidente Ue, Teresa Ribera, e al commissario all’energia, Jan Jørgensen, nella quale chiedono condizioni di parità nei mercati europei dell'energia e una nuova valutazione del rischio nucleare a livello europeo.
“Considerando – scrivono i comitati anti-nuclearisti - che sono necessarie soluzioni praticabili e rapide per garantire il futuro energetico dell'Europa di fronte al clima crisi, noi, come ong che rappresentano i cittadini europei impegnati in una transizione energetica rapida, ecologica ed economicamente sostenibile, cogliamo l’occasione per avanzare alcune proposte su come facilitare una transizione energetica senza l’uso dell’energia nucleare”.
Le proposte
Ciò di cui l’Europa ha bisogno - dicono- è un maggiore sostegno e finanziamento delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica e del risparmio energetico per essere all’altezza delle richieste dell’Accordo di Parigi. Invece, a parere di queste organizzazioni gli Stati membri dell’Ue stanno spendendo ingenti somme di denaro che, affermano, vanno perse in investimenti privi di significato e potenzialmente pericolosi. Ad esempio, il Grand Carénage (il piano di ammodernamento dei reattori francesi) richiede un investimento di quasi cinquanta miliardi di euro tra il 2014 e il 2025 solo per mantenere, aggiornare e prolungare la vita operativa delle centrali d’oltralpe. Inoltre, definiscono infondata la speranza di una nuova generazione di reattori, compresi i piccoli reattori modulari, che secondo le organizzazioni finora nella migliore delle ipotesi esistono in fase sperimentale e la cui autorizzazione è ancora lontana. Ciò a loro parere drena finanze e fa perdere inutilmente tempo. Al contrario, sostengono, le energie rinnovabili come l’energia eolica e il fotovoltaico superano anno dopo anno le previsioni in termini di capacità, livelli di costo e sviluppo tecnologico.
La distorsione del mercato
Sempre nella missiva, queste ong parlano anche del fatto che la mancanza di un regime di responsabilità proporzionato per gli operatori delle centrali nucleari conferisce loro un vantaggio competitivo rispetto ad altre fonti energetiche, in particolare le energie rinnovabili.
Questo sostegno indiretto all’energia nucleare, affermano, dovrebbe essere percepito come una distorsione dei mercati energetici europei e un ostacolo a una transizione energetica pulita, giusta e competitiva. Il trattamento preferenziale riservato all'energia nucleare è istituzionalizzato anche nel trattato Euratom. Da tempo gli attori del settore energetico e della società civile sottolineano che le centrali nucleari europee non sono adeguatamente assicurate contro gli incidenti gravi. Uno studio del governo francese pubblicato nel 2013 dall’Istituto per la protezione dalle radiazioni e la sicurezza nucleare (Irsn) ha calcolato che un incidente nucleare della portata di quello di Fukushima in Francia potrebbe costare fino a 430 miliardi di euro. Tuttavia, da allora, non è successo nulla.
Nuova valutazione del rischio
Considerando che il nuovo commissario per l’Energia è stato incaricato di sostenere l’accelerazione dello sviluppo e della diffusione di piccoli reattori modulari in Europa durante gli anni ’30, ma anche di continuare a garantire la sicurezza e la salvaguardia nucleare, a parere dei firmatari della lettera è giunto il momento per un aggiornamento e un miglioramento del regime di responsabilità nucleare dell’Ue. Le ong chiedono una nuova valutazione del rischio nucleare a livello europeo, che includa uno studio dettagliato dei punti di forza e di debolezza dei regimi di responsabilità negli Stati membri dell’Ue, comprese le disposizioni e le condizioni assicurative, che devono tutte tradursi in un regime di responsabilità verso una piena Regime europeo di responsabilità ai sensi del trattato Euratom.
“Chiediamo quindi – si legge in conclusione - un’unica legge europea armonizzata sulla responsabilità nucleare per tutti gli operatori attuali e futuri delle centrali nucleari, in cui la responsabilità non solo sia assoluta, ovvero non sia richiesta alcuna prova di colpa o negligenza come condizione di responsabilità, ma sia anche illimitata per l’operatore , come in Germania o Austria, dove gli operatori nucleari non sono esentati dalla responsabilità a causa di guerre o catastrofi naturali”.
La lettera completa è qui