Puglia senza pace: sotto sequestro – ma non spenta – la centrale termoelettrica di Bari
Violate le normative di sicurezza e riscontrate inadempienze anche nella prevenzione degli infortuni sul lavoro. Il provvedimento di sequestro è stato eseguito dai carabinieri del Noe in seguito ai controlli dell’Arpa. L’Enel ha tre mesi per mettersi in regola
La centrale termoelettrica Enel di Bari è stata sottoposta a sequestro preventivo. Il gip del tribunale pugliese che ha ordinato il sequestro ha comunque autorizzato la prosecuzione dell'esercizio dell'impianto per tre mesi, entro i quali Enel dovrà adeguarsi alla legge eliminando le anomalie riscontrate.
Le contestazioni riguardano la presunta violazione della normativa sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti (soprattutto incendi) legati all’impiego di alcune sostanze pericolose, quella sulla tutela della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro. In una nota, la procura evidenzia che dalla centrale si sono ripetuti “rilasci incontrollati di sostanze inquinanti nell'ambiente secondo sequenze di eventi accidentali e di conseguenti malfunzionamenti già verificatisi in passato”.
Il provvedimento di sequestro della centrale Enel è stato eseguito dai carabinieri del Noe con l'ausilio di militari della compagnia Bari-San Paolo e di personale della Guardia Costiera.
Le contestazioni riguardano la presunta violazione dell'articolo 27 (commi primo e quinto) della cosiddetta legge Seveso bis (decreto legislativo 334/1999) di attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti commessi con determinate sostanze pericolose, e della normativa sulla tutela della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro.
“In seguito ai controlli dell'Arpa - spiega la Procura in un comunicato - si è accertato che il sistema di gestione della sicurezza (Sgs) non risulta adeguato a quanto previsto dalla vigente normativa e, in particolare, l'impianto non risulta conforme alle prescrizioni dettate dal Comitato di controllo regionale”. Sono inoltre state riscontrate violazioni delle norme in tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro. “Come rappresentato nella stessa Commissione istruttoria - prosegue il comunicato - l'emergenza maggiormente significativa per le attività e i processi della centrale è rappresentata dalla possibilità di incendio. Altresì viene segnalato il ripetersi di rilasci incontrollati di sostanze inquinanti nell'ambiente secondo sequenze di eventi accidentali e di conseguenti malfunzionamenti già verificatisi in passato”.
Ordinando il sequestro, il gip ha specificato che le esigenze cautelari derivano dal pericolo per la pubblica incolumità e per la salute dei lavoratori. Il giudice ha nominato custode il dirigente dell'Arpa Puglia Barbara Valenzano.