Tempo di bilanci. E.ON: aumentano le vendite, ma l’utile è in calo
Recuperato nel corso dell’anno la partenza lenta del primo trimestre: i ricavi del terzo trimestre sono aumentati circa del 20% su base annuale
E.ON ha conseguito i risultati operativi attesi nei primi nove mesi dell’anno. Lo si apprende da una nota del gruppo. Le vendite sono aumentate di €1,9 miliardi, raggiungendo quota €23,6 miliardi. L’EBIT rettificato di Gruppo è calato del 6% a €2,2 miliardi e di conseguenza l’utile netto rettificato di €1,2 miliardi è calato del 3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Come previsto, E.ON ha recuperato nel corso dell’anno la partenza lenta del primo trimestre: i ricavi del terzo trimestre sono aumentati circa del 20% su base annuale.
“I nostri ricavi dei primi nove mesi sono in linea con le nostre aspettative. A fronte del completamento dell’acquisizione di innogy, abbiamo affinato le nostre previsioni. Ora ci aspettiamo che l’EBIT rettificato di Gruppo per il 2019 si collocherà tra i €3,1 e i €3,3 miliardi e l’utile netto rettificato tra €1,45 e €1,65. Precedentemente, avevamo previsto un EBIT rettificato tra €2,9 e €3,1 miliardi e un utile netto rettificato tra €1,4 e €1,6 miliardi. Confermiamo la nostra proposta di dividendo a €0,46 per azione. Il calo dei ricavi dovuto alla cessione di praticamente tutti i nostri asset nelle rinnovabili sarà più che compensato dai ricavi delle attività di innogy” ha commentato il CFO di E.ON Marc Spieker alla presentazione dei risultati.
L’integrazione di innogy nel Gruppo prosegue nei tempi previsti. Le posizioni di management nei due livelli sottostanti al Board sono state quasi tutte assegnate, quasi alla pari tra dipendenti E.ON e innogy. La percentuale di posizioni di primo livello assegnata a manager donne è aumentata circa del 25%.
“Poche settimane dopo l’acquisizione di innogy, l’integrazione dell’azienda ha già compiuto progressi tangibili. A questo riguardo siamo perfettamente in linea con le tempistiche” ha spiegato il CEO di E.ON Johannes Teyssen.
L’indebitamento netto è cresciuto di €23 miliardi dal 31 dicembre 2018, arrivando così a €39,6 miliardi. L’aumento è dovuto soprattutto dal consolidamento iniziale delle attività di innogy, ed è stato mitigato dal deconsolidamento di operazioni riclassificate relative al segmento Rinnovabili e a PreussenElektra che erano ancora incluse nel dato della fine dello scorso anno.