Cdp, investire nelle infrastrutture per fare dell’Italia l’hub del gas europeo
È quanto si legge nell’introduzione dello studio della Cassa depositi e prestiti. “Solo la presenza di una rete di infrastrutture magliata e interconnessa è in grado di garantire un maggior grado di concorrenza nel mercato”
Sviluppare nuovi investimenti nel trasporto, nello stoccaggio e nella rigassificazione sia in Italia, sia all’estero (direttamente o in partnership con altri operatori) in modo da promuovere il ruolo del sistema gas italiano in Europa. È quel che serve, secondo l’introduzione dello studio della Cassa Depositi e Prestiti dal titolo “Il mercato del gas naturale in Italia: lo sviluppo delle infrastrutture nel contesto europeo” che interviene autorevolmente sulla questione appoggiando gli obiettivi rilanciati dal ministro Corrado Passera nella Strategia energetica nazionale che puntano a trasformare il nostro Paese in un hub del gas.
Il documento sottolinea che le dinamiche di mercato, come la forte domanda dall’estremo oriente e il nuovo ruolo degli Stati Uniti come produttore (di shale gas) determinano “nuovi assetti nelle diverse regioni, con un impatto significativo sugli equilibri di domanda e offerta e sui meccanismi di formazione del prezzo”.
“In questo contesto globale il trasporto di gas via nave - suggerisce il report - è quello maggiormente in grado di rispondere in tempi rapidi all’emergere di nuove componenti di domanda, grazie alle sue caratteristiche di flessibilità. Il Gas Naturale Liquefatto (GNL) può contribuire, in prospettiva, a superare la regionalizzazione che ancora oggi contraddistingue il mercato internazionale del gas, caratterizzato da diverse zone di formazione del prezzo, con dinamiche di domanda, offerta e fornitura estremamente disomogenee tra loro”.
Solo la presenza di una rete di infrastrutture magliata e interconnessa, infatti, è in grado di garantire la flessibilità del sistema, superando i colli di bottiglia e introducendo un maggior grado di concorrenza nel mercato. Proprio in questa prospettiva “l’Italia può assumere un ruolo fondamentale”. Di qui l’idea che la realizzazione di nuovi terminali di rigassificazione, di gasdotti in grado di connettere l’Italia ai promettenti bacini del Medio Oriente e del Caspio, di capacità in contro-flusso verso Nord e di capacità di stoccaggio addizionale “consentirebbe di assicurare una progressiva diversificazione delle fonti di approvvigionamento in concorrenza tra loro e un aumento dei volumi scambiati alla Borsa del gas”. Questi due fattori - rilevano gli autori dello studio - renderebbero il mercato più liquido, contribuendo a far emergere un segnale di prezzo legato agli equilibri di domanda e offerta, a incrementare la competitività del mercato e a innestare un processo di convergenza con gli altri Paesi UE”.
Lo studio completo di Cdp lo trovi in pagina Approfondimenti