I consumi petroliferi sono cresciuti a febbraio del 12,6%
Rispetto a febbraio 2020, ultimo mese pre-pandemico, i consumi risultano ancora inferiori del 6,2%. Bene benzina e gasolio, recupera il carburante per aerei
I consumi petroliferi di febbraio, pari a circa 4,3 milioni di tonnellate, sono risultati in aumento del 12,6% (+482mila tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2021, caratterizzato da significative misure di limitazioni agli spostamenti per il contenimento della pandemia, con zone rosse e arancioni e limitazioni orarie per alcune attività. Un risultato in linea con le attese considerato che a febbraio di quest’anno le attività industriali e commerciali, così come la mobilità, hanno invece subito minori limitazioni. Se il confronto si fa rispetto a febbraio 2020, ultimo mese pre-pandemico, i consumi risultano invece ancora inferiori del 6,2%.
Benzina e gasolio
I consumi di carburanti autotrazione (benzina + gasolio), sono stati pari a quasi 2,4 milioni di tonnellate, di cui 0,5 milioni di benzina e 1,9 milioni di gasolio, con un incremento dell’11,6% (+248.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2021. Fra gli andamenti dei prodotti, in particolare, la benzina totale ha mostrato una crescita del 17,9% (+82.000 tonnellate) rispetto a febbraio 2021; quasi analogo l’andamento della benzina venduta sulla rete (+18,1%); il gasolio autotrazione ha evidenziato un incremento del 9,9% (+166.000 tonnellate), come il gasolio venduto sulla rete (+10,0%), mentre per il gasolio extra-rete, usato soprattutto per il trasporto merci (+11,4%), il recupero è leggermente superiore, riflettendo il proseguimento delle dinamiche positive nel comparto delle costruzioni.
Recupera il carburante per aerei
Continua il recupero del carburante per aerei che, con un +129,5% rispetto allo stesso mese del 2021, recupera circa 100mila tonnellate, posizionandosi tuttavia ancora ad un livello molto lontano dal febbraio 2020 (-40%). Flessione per i consumi di bitume (-15,9%), per la carica petrolchimica netta (-1,1%) e per i lubrificanti (-0,6%, vedi focus a parte), che riflette il rallentamento delle attività industriali per l’aumento dei prezzi di materie prime ed energia.
Per il mese di marzo 2022, data il deteriorarsi del contesto geopolitico ed economico dovuto al conflitto in corso tra Russia e Ucraina, ci si attende una penalizzazione dei consumi soprattutto per il trasporto delle merci, ad eccezione di quelli sostenuti del comparto delle costruzioni, trainati
dai provvedimenti del “Superbonus”.
Mobilità, immatricolazioni e GNL
La mobilità delle persone dovrebbe invece continuare in progressivo recupero per il superamento dall’emergenza pandemica e, quindi, per l’allentamento anche delle misure di smart working. Resta tuttavia qualche incertezza legata agli effetti sul trasporto privato di prezzi dei carburanti particolarmente elevati per l’impennata delle quotazioni internazionali. Nel mese di febbraio le immatricolazioni di autovetture nuove hanno evidenziato un'altra pesante contrazione, pari al -22,6%. Nonostante la forte crescita delle ibride, il 58% delle nuove vetture immatricolate nel mese hanno ancora una alimentazione “tradizionale”.
Infine, in riferimento alle immatricolazioni a GNL, secondo i dati ANFIA, a febbraio 2022 sono stati
registrati 82 TIR, rispettivamente in calo di 15 unità rispetto a febbraio 2021, e 10 autobus.
L’andamento dei consumi di lubrificanti
In sintesi, nel mese di febbraio 2022, il volume complessivo di lubrificanti immessi in consumo è risultato pari a 38.660 tonnellate, in calo dello 0,9% rispetto allo stesso mese del 2021. Escludendo gli “oli bianchi” e i “trasformatori isolanti”, il totale risulta pari a 34.800 tonnellate, con una variazione del -0,6%. Nello specifico il gruppo autotrazione, pari a 16.000 tonnellate, è risultato in aumento dell’8,8%, grazie alla crescita degli oli motore del 14,5%, parzialmente frenata dal calo degli oli “ausiliari autotrazione” (-6,9%). Quasi invariati gli oli per primo riempimento (-0,5%). In netto calo, invece, gli oli per l’industria (18.800 tonnellate, -7,4%), che hanno risentito del
rallentamento della produzione industriale dovuto alla sospensione delle attività produttive di alcune industrie energivore, maggiormente penalizzate dai forti incrementi dell’energia elettrica e del gas.