La crisi in Ucraina e le conseguenze in Africa. In Kenya e Congo scarseggia il carburante, code alle stazioni di servizio
Da una parte i governi che parlano di conseguenza sulle forniture provocate dalla guerra, dall’altra gli operatori che chiedono sussidi promessi dal governo per attutire gli effetti dei rincari
In Kenya e Congo si comincia a fare la fila nei distributori di benzina per fare il pieno. Tutta colpa della guerra in Ucraina? Forse, ma non solo: alla base ci sarebbe un braccio di ferro che coinvolge i Governi dei due Paesi e i rivenditori.
La situazione in Kenya
In Kenya, paese dove da tempo si patisce una carenza di carburante a livello nazionale, le città principali città vedono lunghe code di macchina alle poche stazioni di servizio rifornite, come riferisce anche la Bbc. Le motivazioni di una tale carenza sono differenti: il presidente Uhuru Kenyatta, infatti, afferma che essa si deve alla crisi globale seguita all'invasione dell'Ucraina da parte russa, mentre Kenya Pipeline, società nazionale di stoccaggio del petrolio, afferma che ci sono scorte sufficienti e l'autorità della regolazione dell'Energia e del Petrolio, Epra, ha emesso avvertimenti contro l'accaparramento aziendale delle risorse. Secondo gli analisti, alla base del problema c'è il ritardo dei sussidi promessi dal governo ai rivenditori per attutire gli effetti dei rincari.
Congo: code alle stazioni servizio a Kinshasa
Anche nella capitale della Repubblica democratica del Congo, Kinshasa, si sono verificate lunghe code in settimana alle stazioni di servizio della capitale, come rende noto la Bbc. I prezzi non sono cambiati, ma il carburante è venduto in quantità giornaliere limitate. Le autorità insistono sulle forniture sufficienti e il governo ha provato a rassicurare i cittadini, dicendo che sta affrontando la situazione. I rivenditori nel Paese chiedono che i prezzi del carburante salgano per andare incontro alle tariffe internazionali.