Ecco il piano quinquennale sull’energia. Nucleare, Ccs, idrogeno, stoccaggio e perdite metano
Nel patto di stabilità al 2029 i paesi come l’Italia che sforano i parametri Ue di bilancio indicano le misure che intendono adottare nei 5 anni successivi per rientrare nei parametri
Cattura e stoccaggio del carbonio (Ccs), idrogeno, nucleare, stoccaggio di gas e riduzione delle perdite di metano. Sono questi i temi cardine in materia di energia che verranno disciplinati con leggi contenuti nel piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029, approvato in Consiglio dei ministri il 27 settembre scorso.
Ccs e idrogeno
In materia di energia, il piano cita 5 interventi. Il primo è un disegno di legge delega per definire il quadro legislativo per la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Proprio quest'anno è stato inaugurato dall'Eni a Ravenna il primo impianto italiano di questo tipo, che sfrutta giacimenti offshore vuoti di metano.
Il documento del governo prevede la presentazione di un disegno di legge per regolare la produzione, il trasporto e le infrastrutture di rete dell'idrogeno.
Nucleare
Il disegno di legge quadro sul nucleare, che l'esecutivo intende presentare entro la fine di quest'anno, è il provvedimento più atteso. Lo scopo è ricreare le norme per l'autorizzazione e la gestione degli impianti, che in pratica non esistono più. Il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto, ha incaricato di preparare la misura a una commissione guidata dal giurista Giovanni Guzzetta.
Stoccaggio gas
Il piano di medio termine prevede anche di regolamentare lo stoccaggio del gas, che si è rivelato strategico dopo il taglio delle forniture russe, e la riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia. Quest'ultima operazione è imposta dal Global Methane Pledge, l'impegno alla riduzione del 30% delle perdite di gas preso da 100 paesi, fra i quali l'Italia, alla Cop26 di Glasgow nel 2021.
Che cos’è
Il piano di medio termine è stato introdotto dalla Ue con la riforma del Patto di stabilità nel 2024. E' il documento con cui i paesi che sforano i parametri Ue di bilancio (debito/Pil sopra il 60% e deficit Pil sopra il 3%) indicano all'Unione le misure che intendono adottare nei 5 anni successivi per rientrare nei parametri.