Eni annuncia il suo impegno su rinnovabili e biocarburanti
Dalla svolta verde ci si aspetta un buon risultato anche in termini finanziari. Il ritorno degli investimenti previsto è a due cifre, tra il 10 e il 15%
Eni cambia strada e annuncia il suo impegno su rinnovabili e biocarburanti. Lo ha fatto il suo ad Claudio Descalzi in occasione della presentazione del piano strategico al 2022, nel quale verranno investiti 2,4 miliardi di investimenti per il solo 2019 in Italia.
L'obiettivo è la "neutralità carbonica nel settore upstream entro il 2030". "La nostra presentazione - ha commentato il manager - è stata battezzata bene, con un movimento di giovani (il piano è stato presentato nel giorno dello sciopero del clima ndr), perché per cambiare le cose bisogna avere entusiasmo".
Un entusiasmo che Descalzi ha stimolato già 5 anni fa parlando della fase green di Eni, che deve trasformarsi per esistere tra 10, 20 o 30 anni". Anche a costo di "rinunciare a qualche punto profitto per creare valore ed essere credibili agli occhi degli stakeholder" che, per Descalzi, sono sia gli azionisti da remunerare con il dividendo e con il riacquisto di azioni per 400 milioni di euro, che partirà dopo l'assemblea, sia i "650 milioni di persone che non hanno l'energia elettrica in Africa".
Una svolta verde e sostenibile, che ripaga anche in termini finanziari. Il ritorno degli investimenti previsto è "a due cifre, tra il 10 e il 15%". Petrolio e gas, che restano centrali, rendono "il 24/25%, ma con un rischio minerario e geopolitico che il verde non ha". Nei prossimi 4 anni Eni prevede una crescita annua della produzione del 3,5%, un'esplorazione per 2,5 miliardi di barili di olio equivalente di nuove risorse e un pareggio dei nuovi progetti già con il Brent a 25 dollari per barile, mentre oggi ne vale 66,7.
La cassa generata a fine piano sarà di 22 miliardi, a fronte di investimenti complessivi per 33, di cui 8 miliardi nel 2019. Quanto al riacquisto di azioni, oltre ai 400 milioni annunciati per l'anno in corso è previsto un acquisto di titoli per ulteriori 400 milioni nel 2020-2022 in caso di Brent a 60/65 dollari, che possono raddoppiare in caso di Brent sopra i 65. Quanto al prezzo del greggio, per Descalzi "il Brent oggi a 67 dollari è un ottimo valore", ma per Eni va bene anche "62-65 dollari". Già a 50, del resto, Eni prevede la neutralità di cassa a fine piano, ossia la capacità di ripagare gli investimenti direttamente con i flussi operativi.