Energia

L’Ucraina punta su una maggiore indipendenza energetica dalla Russia

Il governo ucraino ha annunciato di aver raggiunto un accordo per l’estrazione di gas dal giacimento di Skifski, nella parte nord-occidentale del Mar Nero, con un consorzio guidato dalle compagnie petrolifere ExxonMobil e Shell e del quale fanno parte anche la rumena Petrom e la società statale ucraina Nadra Ukraini.
Skifski dovrebbe fornire ogni anno tra gli otto e i dieci miliardi di metri cubi di gas.
Secondo l’ufficio stampa della presidenza ucraina, un accordo preliminare è stato firmato dal ministro dell’Energia di Kiev Eduard Stavitski e dai rappresentanti delle tre compagnie a margine dell’Assemblea generale dell'Onu a New York. L’accordo finale dovrebbe essere formalizzato nella capitale ucraina entro un mese. Kiev punta a ridurre la propria dipendenza energetica dalla Russia, e ritiene “iniquo” un contratto decennale per il metano siglato nel 2009 con Mosca dall’allora premier Julia Timošenko, lo stesso per il quale la leader dell’opposizione è stata condannata a sette anni di reclusione in un processo che Ue e Usa ritengono di matrice politica.
Quell’accordo, che mise fine a una “guerra del gas” durata due settimane, che aveva lasciato al freddo mezza Europa, ha fissato il prezzo pagato da Kiev per il metano a poco più di 400 dollari per mille metri cubi. Il governo ucraino sta tentando da tempo di rivedere questa cifra al ribasso, finora senza successo.