Gasdotti. Via libera alla centrale di compressione Snam di Sulmona
Lo Sviluppo economico ha dato l’autorizzazione all’impianto contestato dai comitati Nimby abruzzesi e dai Comuni della zona
Con decreto del 7 marzo il Ministero dello Sviluppo economico, Direzione Generale per la Sicurezza dell'approvvigionamento e per le infrastrutture energetiche, ha dato il via libera alla "Centrale di compressione gas di Sulmona" della Snam Rete Gas, dichiarando la pubblica utilità dell'opera, "riconoscendone altresì urgenza e indifferibilità" nonché la conformità agli strumenti urbanistici vigenti. I lavori di costruzione della centrale, che è parte del metanodotto Brindisi-Minerbio, dovranno iniziare "entro due anni (...) salvo motivate richieste di proroga, e concludersi entro tre anni dal loro inizio".
La Snam - La Snam, con una nota, annuncia che l'avvio dei lavori "sarà preceduto dall'esecuzione delle attività previste dalle prescrizioni del decreto di Valutazione di impatto ambientale rilasciato il 7 marzo 2011. Snam avvierà, in accordo con gli enti competenti, il progetto della rete di monitoraggio delle emissioni e del rumore. Saranno quindi realizzate, a Sulmona, centraline di rilevamento delle emissioni atmosferiche. Tale attività avrà inizio almeno un anno prima dell'avvio della fase di cantiere".
Come previsto nel decreto Via, "Snam si impegna a utilizzare i sistemi di combustione e abbattimento delle emissioni previsti dalle migliori tecnologie disponibili". Snam assicura inoltre, nella nota, che "continuerà a dialogare in modo trasparente e aperto con la popolazione e le istituzioni abruzzesi, disponibile al confronto e a fornire tutte le necessarie informazioni e delucidazioni".
Quelli contro - "Non ci arrendiamo e ora più che mai continuiamo la battaglia su tutti i fronti contro la realizzazione della centrale Snam a Sulmona", afferma la sindaca della città abruzzese, Annamaria Casini.
"È stato depositato ieri il ricorso al Tar Lazio contro la delibera del Consiglio dei ministri del 22 dicembre scorso, richiedendo anche la sospensiva del decreto di autorizzazione alla costruzione dell'infrastruttura, dannosa per il nostro territorio. Dopo la fase legale, si passerà a quella politica in cui saranno i nuovi interlocutori a dover prendere in mano le redini della situazione per la salvaguardia del nostro territorio. Attendiamo la formazione del nuovo Governo, noi non arretreremo di un solo passo, continuando a dire no alla centrale di compressione Snam, lottando con tutti i mezzi a disposizione anche contro la realizzazione del metanodotto nei nostri territori a forte rischio sismico".
Il 27 dicembre Casini aveva presentato le dimissioni per protestare contro la delibera di approvazione del progetto, chiedendo inoltre al presidente del Consiglio Gentiloni di ripensare quella decisione "scellerata". Dopo un incontro a Palazzo Chigi, a fine anno, dal quale era emerso che il decreto era congelato, il 15 gennaio scorso Casini aveva ritirato le dimissioni, annunciando che, insieme ai Comuni del comprensorio e alla Regione Abruzzo, si stava lavorando al ricorso al Tar Lazio contro la delibera.