Incidente nell'Artide, sotto accusa il sindaco. E Putin se la prende con Norilsk Nickel
Il presidente russo ha detto che ritiene "appropriato" che la Norilsk Nickel si dichiari pronta a pagare per tutti i danni ambientali
Non avrebbe adottato misure adeguate ad affrontare l’emergenza e prevenirne le conseguenze: queste le accuse rivolte al sindaco di Norilsk Rinat Akhmetchin, dopo l'incidente del 29 maggio in una centrale termoelettrica vicino alla città, nella quale un serbatoio di carburante è crollato riversando oltre 21mila tonnellate di gasolio nel fiume Ambarnaya, nell'Artide russo. In caso di condanna, il sindaco rischia fino a sei mesi di reclusione.
"Una procedura penale è stata aperta contro il sindaco di Norilsk, Rinat Akhmetchin, per non aver adempiuto i suoi doveri di funzionario durante l'emergenza determinata dalla fuoriuscita di prodotti petroliferi", ha detto la portavoce del Comitato Investigativo russo, Svetlana Petrenko. "Durante l'indagine - ha dichiarato Petrenko - è stato stabilito che Akhmetchin, consapevole della quantità di carburante fuoriuscita dal serbatoio, non ha adottato misure adeguate ad affrontare questa emergenza e eliminarne le conseguenze".
Secondo gli ambientalisti, l'incidente nella zona di Norilsk è il più grave di questo tipo nell'Artide. Per la fuga di carburante sono state raccolte più di 200 tonnellate di greggio. I lavori di decontaminazione potrebbero durare anni e si stima che costeranno quasi 150 milioni di dollari alla società Norilsk Nickel, che controlla la centrale termoelettrica dove ha avuto luogo l'incidente. Intanto sono già stati arrestati tre dirigenti della centrale con l'accusa di "violazione delle regole sulla protezione ambientale nelle operazioni degli impianti industriali".
Sulla vicenda il presidente russo Vladimir Putin ha detto che ritiene "appropriato" che la Norilsk Nickel "sia pronta a pagare tutte le attività" necessarie ad arginare i danni ambientali provocati dal crollo di un serbatoio di carburante in una sua centrale idroelettrica e dal conseguente inquinamento del fiume Ambarnaya, nell'Artide russo, con oltre 20.000 tonnellate di gasolio. "I proprietari sono obbligati a ripulire prontamente e pienamente il suolo e le acque", ha affermato Putin, che ha di fatto addossato all'oligarca e ad di Norilsk Nickel, Vladimir Potanin, la responsabilità per quello che è successo. "Se fosse stato sostituito in tempo il serbatoio - ha detto - non ci sarebbe stato nessun danno ambientale e la società non avrebbe dovuto sostenere i costi" della decontaminazione.