L’Iran annuncia il blocco delle esportazioni di petrolio verso l’Europa
Nel gennaio 2012 Bruxelles decise di bloccare ogni contratto con Teheran come misura preventiva contro la presunta realizzazioni di armi atomiche. Un anno dopo il governo di Ahmadinejad chiude i rubinetti ai 27 paesi Ue
L’Iran ha deciso di chiudere i rubinetti che portano petrolio in Europa. E’ avvenuto ieri, a un anno esatto dalla decisione dell’Europa (ma anche degli Stati Uniti) di non volere più stipulare contratti con il paese per la fornitura di petrolio e gas, in risposta alla presunta fabbricazione di armi atomiche del regime islamista.
La notizia è stata data all’agenzia Mehr News da Alireza Nikzad, portavoce del ministro del Petrolio, il quale ha precisato che “mentre le esportazioni di petrolio greggio e di gas liquefatto sono state approvate per molti altri Paesi, la parte destinata ai 27 Paesi membri dell'Ue è stata vietata”. “Attualmente - ha aggiunto - la produzione di greggio iraniano e le esportazioni sono in condizioni normali e, dopo un anno di sanzioni petrolifere ostili sulle esportazioni degli Stati Uniti e dell'Unione europea, non abbiamo subito particolari conseguenza. Al contrario - ha concluso laconicamente - l'Iran ha firmato nuovi contratti con altre società petrolifere del mondo”. La tesi è sostenuta in un rapporto che circola nel paese, nel quale si sottolinea come i Paesi europei abbiano difficoltà a sostituire il petrolio iraniano, mentre il presidente Mahmoud Ahmadinejad ribadisce che le sanzioni “sono un danno solo per l'Ue”. Ad oggi l’Europa importa dall’Iran greggio per il 18% del totale.
Per l’Italia poi, in particolare, c’è da considerare la posizione di Eni, che all’epoca si era detta disposta ad appoggiare le sanzioni, tenendo però fuori le forniture di greggio iraniane legate ai debiti che Teheran aveva con lei, pari a due miliardi di dollari per i contratti di buyback sottoscritti fra la major petrolifera italiana e la Iranian Oil Co (Nioc). “Sulla base dei contratti di buyback, questo ammontare sarà restituito alla società”, promise un anno fa Mohsen Ghamsari, capo dell'ufficio affari internazionali di Nioc.