Oleodotti. Greenpeace contro Dakota Access Pipeline. Ing Direct sotto accusa
Iniziativa dell’associazione alla sede della finanziaria Ing Direct. “Le banche coinvolte nel progetto, tra cui Intesa Sanpaolo, ritirino i loro finanziamenti"
Attivisti di Greenpeace sono entrati in azione ad Amsterdam davanti alla sede della banca Ing, per chiedere all'istituto di ritirare il suo finanziamento al Dakota Access Pipeline (Dapl), un progetto di oleodotto che attraversa un'area sacra per gli indiani sioux.
Venti attivisti hanno installato un tubo di grande portata, lungo venti metri, fin dentro all'ingresso della sede principale del gruppo Ing per rappresentare chiaramente l'impatto dell'opera che si vorrebbe realizzare.
Il Dapl, bloccato dall'amministrazione Obama, ha ricevuto il definitivo via libera dall'amministrazione Trump nei giorni scorsi. L'oleodotto, lungo 1.900 chilometri, è progettato per portare petrolio dal Dakota fino all'Illinois. Il suo costo si aggira su circa i 4 miliardi di dollari, mentre la sua portata sarebbe di 450mila barili al giorno.
"Mentre Abn Amro, che finanzia una delle aziende coinvolte nel progetto, ha dichiarato che ritirerà il suo prestito se il Dapl non avrà l'assenso delle popolazioni che abitano le aree interessate, banche come Ing o Intesa Sanpaolo in Italia non hanno ancora espresso una linea chiara né preso impegni vincolanti", dice Andrea Boraschi, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.
Nei giorni scorsi Greenpeace Italia ha scritto una lettera ufficiale ad Intesa Sanpaolo per chiedere se intende continuare a supportare economicamente il Dapl.
Il gruppo bancario, in un comunicato ufficiale precedente al via libera definitivo di Trump, aveva detto di seguire da vicino e con la massima attenzione i risvolti sociali e ambientali legati al finanziamento del Dakota Access Pipeline - in particolare il rispetto dei diritti umani - in coerenza con i principi espressi nel suo codice etico e con gli standard internazionali in campo sociale e ambientale a cui aderisce; per questo Intesa Sanpaolo si è unita a un gruppo di istituzioni finanziarie che ha commissionato a un esperto indipendente specializzato in diritti umani un'analisi delle politiche e delle procedure adottate dai promotori del progetto in materia di sicurezza, diritti umani, coinvolgimento della comunità e patrimonio culturale.