Petrolio. Ecco perché l’export americano verso l’Europa è in forte ripresa a maggio
All’origine di questo nuovo aumento c’è il calo del prezzo del greggio “leggero” sceso ai livelli più bassi da oltre un anno
Sono in forte ripresa le esportazioni di petrolio verso l’Europa nel mese di maggio. Lo segnala Scenari economici, citando il periodico monitoraggio di Bloomberg che riferisce di un “rimbalzo”rispetto ad aprile con dati che si aggirano sui 2,1 milioni di barili al giorno (bpd), in aumento di un terzo rispetto alla media delle spedizioni del mese scorso. In totale, le esportazioni di greggio statunitense verso l’Europa sono state in media di 1,8 milioni di bpd lo scorso anno, leggermente superiori alle esportazioni statunitensi verso l’Asia e l’Oceania, pari a 1,7 milioni di bpd. Dai tempi della guerra in Ucraina, come è noto, il greggio americano ha sostituito gran parte del greggio russo, che l’Europa importava prima del 2022.
Il calo del Wti Midland
L’origine di questo nuovo aumento deriva dal calo del prezzo del grado Wti Midland (un greggio che ha una quantità bassa di zolfo che lo rende più facile da raffinare rispetto ad altre tipologie) dagli Stati Uniti. I differenziali del Wti Midland sono scesi ai livelli più bassi da oltre un anno. Il Wti Midland è stato aggiunto al paniere Brent nel 2023 ed è stato uno dei principali motori dell’impennata delle esportazioni di greggio degli Stati Uniti nell’ultimo anno, soprattutto verso l’Europa. Il greggio Wti incluso nella determinazione del prezzo Brent Dated viene consegnato a Rotterdam, un grande hub di stoccaggio e commercio di greggio nei Paesi Bassi. Di conseguenza, i Paesi Bassi hanno ricevuto più esportazioni di greggio statunitense di qualsiasi altro Paese nel 2023, con una media di 652.000 bpd, secondo le stime dell’Eia, l’agenzia energetica degli Stati Uniti.