Quelli del petrolio. I problemi con l’ambiente. Vandali ed ecoreati
Impegno delle compagnie per ridurre l’impatto
Nei prossimi 15 anni, in cui "le politiche ambientali diventano il driver principale nel governo dei possibili scenari energetici che possiamo immaginare oggi", il mix energetico mondiale vedrà comunque "ancora la preminenza dei combustibili fossili nel soddisfacimento di questa crescente domanda di energia", con "il petrolio che rimarrà la prima fonte". In Europa, il peso del petrolio scenderà, ma "resterà essenziale nel settore trasporti", ha detto il presidente dell’Unione petrolifera, Alessandro Gilotti, durante l’assemblea.
Per l’Italia - aggiunge - pesa la recente legge sui delitti ambientali, che introduce pesanti elementi di incertezza, come nel caso del ravvedimento operoso che nella sua attuale formulazione appare del tutto inattuabile, lasciando spazio a dubbi interpretativi nella definizione di inquinamento e disastro ambientale e tra dolo e colpa, nonché nella mancanza di meccanismi premiali per chi bonifica senza indugio".
C’è un problema di criminalità, con rapine e furti nei distributori di carburante e negli impianti self service, ma la criminalità prende di mira anche gli oleodotti, sempre più spesso perforati per rubare prodotti petroliferi, causando anche gravi conseguenze sull'ambiente (come nel caso delle effrazioni all'oleodotto Eni Civitavecchia-Fiumicino).
I “crescenti fenomeni d'illegalità e contrabbando nella commercializzazione di prodotti petroliferi”, prosegue il presidente Up Alessandro Gilotti, “trovano una motivazione anche nell'elevato carico fiscale che grava sui carburanti italiani, colpendo la parte sana della distribuzione e minandone la sostenibilità economica”.
In dettaglio, “la recente legge sui delitti ambientali”, quella che finalmente porta gli Ecoreati nel Codice penale, “introduce pesanti elementi di incertezza, come nel caso del ravvedimento operoso che, nella sua attuale formulazione, appare del tutto inattuabile, lasciando spazi a dubbi interpretativi nella definizione di inquinamento e disastro ambientale e tra dolo e colpa, nonché nella mancanza di meccanismi premiali per chi bonifica senza indugio”.
“Ciò non vuol assolutamente dire che l'industria non condivida le finalità della legge, che è quella di combattere la vera criminalità ambientale e le ecomafie, che colpiscono la parte sana dell'industria italiana, ma intende solo cercare di rendere realmente efficace un provvedimento importante per la protezione dell'ambiente, che è un obiettivo condiviso da tutti”.
“Le emissioni dei principali inquinanti durante i processi di lavorazione, tra cui SO2, Cov, NOx e Pst (ossidi di zolfo, composti organici volatili, ossidi di azoto e particelle sospese totali, cioè il particolato) sono state drasticamente ridotte - prosegue il presidente Up - tra il 70 e il 90%. Per ottenere questi risultati l'industria petrolifera nazionale ha investito oltre 21 miliardi
in ricerca e tecnologia sempre più sofisticata, in grado di minimizzare l'impatto ambientale”.