Petrolio. Stima Aie: squilibri se gli investimenti continuano a calare
Il comparto ha annullato o rimandato numerosi progetti sulla scia del calo del prezzo del greggio, che ha perso più della metà del suo valore dalla metà del 2014, attestandosi intorno ai 45 dollari al barile
L’assenza di investimenti nell’industria petrolifera potrebbe portare a un nuovo squilibrio sul mercato petrolifero nell’arco di qualche anno, visto che il greggio resterà una fonte di energia essenziale fino al 2040. Lo ha stimato l’Agenzia internazionale dell’energia.
Il comparto petrolifero - rileva l’agenzia parigina dei Paesi Ocse - ha drasticamente ridotto gli investimenti, annullando o rimandando dei progetti, sulla scia del calo del prezzo del greggio, che ha perso più della metà del suo valore dalla metà del 2014, attestandosi intorno ai 45 dollari al barile, a causa dell’offerta troppo elevata.
Il calo delle scorte esistenti equivale a perdere l’attuale produzione dell’Iraq ogni due anni, costituendo un forte stimolo per il riequilibrio del prezzo del petrolio, stima sempre l’Agenzia. Tuttavia, nello stesso rapporto si mette in guardia dal rischio di una correzione eccessiva, in quanto “nel 2015, i volumi di petrolio convenzionale sono scesi al livello più basso dall’inizio degli anni Cinquanta e i dati disponibili per il 2016 non mostrano segnali di recupero”.