Saipem, dimezzato l’utile del primo trimestre
La società di ingegneria petrolifera Eni conferma il drastico profit warning, già annunciato sui risultati 2013
Si dimezza l'utile di Saipem nel primo trimestre dell'anno. La società di ingegneria petrolifera controllata da Eni ha visto i suoi profitti scendere del 52,4% a 110 milioni, a causa della ridotta marginalità sui contratti in esecuzione (l'utile operativo è sceso del 45,8% a 202 milioni).
Niente di inatteso visto che Saipem, lo scorso 29 gennaio, aveva lanciato un drastico profit warning, dimezzando le previsioni sui risultati 2013. Nonostante la conferma di quei target, su cui Saipem “si conferma fiduciosa”, anche se il peggioramento è evidente: la posizione finanziaria netta è aumentata di 567 milioni nel trimestre a 4,84 miliardi ed è calato il portafoglio ordini per 200 milioni a 19,5 miliardi.
All'aumento dell'indebitamento non sono estranei i ritardi nei pagamenti in Algeria, dove la società sconta gli effetti dell'inchiesta per il presunto pagamento di tangenti in cambio di appalti, che a Milano ha spinto al Procura ad indagare alcuni ex manager e l'ad dell'Eni, Paolo Scaroni, per corruzione internazionale. “Le autorità e le nostre controparti sono sottoposte a pressioni, per esempio dai media, e si sentono meno a loro agio nell'agevolare certe discussioni”, ha spiegato l'ad, Umberto Vergine.
Lo scenario peggiore potrebbe incagliare “circa 500 milioni” di crediti, mettendo a rischio il lieve miglioramento della posizione finanziaria atteso a fine anno.
Saipem, offrendo aggiornamenti sulla situazione nordafricana, ha parlato di “una possibile estensione dell'indagine” pur senza avere “evidenze dello stato della stessa e dei soggetti coinvolti”. Intanto, la Corte suprema di Algeri ha confermato “il blocco dei conti correnti bancari'' su cui erano depositati circa 80 milioni di euro.